Riforma codice appalti: quali novità allo studio del senato

Il disegno di legge delega per la riforma del codice appalti, approvato lo scorso anno dal Consiglio dei ministri e ora al vaglio della commissione Lavori Pubblici del Senato

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Il disegno di legge delega per la riforma del codice appalti, approvato lo scorso anno dal Consiglio dei ministri e ora al vaglio della commissione Lavori Pubblici del Senato.

Tra i possibili emendamenti al testo di riforma del codice appalti, potrebbe arrivare, su espresso suggerimento-richiesta dell’ANAC,  anche la razionalizzazione delle stazioni appaltanti.

Tra le altre ipotesi di riforma al codice appalti, allo studio in queste ore nelle aule della commissione Lavori Pubblici del Senato , possiamo trovare anche:

  • un vero e proprio albo nazionale degli appaltatori

  • un sistema misto – tra sorteggio e scelta da parte dell’Autorità – per la scelta dei componenti delle commissioni aggiudicatrici

  • la sottrazione al general contractor della responsabilità della direzione lavori

  • il ridimensionamento dell’appalto integrato (progettazione e lavori) e del performance bond per i grossi appalti

  • l’estensione e il potenziamento del precontenzioso gestito dall’Anac per risolvere le controversie tra stazioni appaltanti e imprese, rendendo vincolante il parere reso dall’Autorità anticorruzione.

Secondo le prime indiscrezioni saranno inoltre probabilmente rivisti i criteri di affidamento nelle gare per le concessioni, ed estesi anche alle gare sotto soglia Ue i parametri pro-concorrenziali e pro-trasparenza attualmente vigenti per le gare sopra la soglia europea.

A richiedere un certo tipo di indirizzo per la riforma del codice appalti è anche l’OICE, che per bocca del suo presidente Patrizia Lotti a dichiarato il desiderio che le nuove linee guida Anac sui servizi di architettura e ingegneria, finalizzate a rafforzare i poteri dell’Autorità anticorruzione anche in vista della riforma del Codice dei contratti pubblici diventino vincolanti “In questo momento delicatissimo il Governo può dare una spinta decisiva per una profonda moralizzazione del settore, partendo dal rafforzamento dei poteri dell’ANAC, elemento decisivo soprattutto se anche in sede parlamentare si andrà verso un Codice dei contratti snello con l’attribuzione della cosiddetta soft law all’Autorità presieduta da Raffaele Cantone e se si vorrà affermare il principio della centralità del progetto e non degli affari”.

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