Cosa prevede la nuova direttiva Case Green? Ecco le novità

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La recente approvazione della nuova direttiva europea Case Green, l’Energy performance of building directive (EPBD), rappresenta un passo decisivo verso l’efficienza energetica in Italia. La direttiva nasce nell’ambito del pacchetto di misure Fit for 55, che punta a rivedere le normative esistenti e a introdurre nuove iniziative per assicurare che le politiche europee siano allineate con gli obiettivi climatici fissati.

Le proposte incluse nel pacchetto cercano di garantire una transizione energetica equa e giusta, rafforzando allo stesso tempo la posizione dell’UE nella lotta globale ai cambiamenti climatici.

Con l’obiettivo di ridurre significativamente le emissioni di CO2 del parco immobiliare europeo, la direttiva EPBD mira a stimolare una trasformazione radicale nel settore edilizio del continente, introducendo standard elevati di efficienza energetica e sostenibilità.

In questo articolo, ti offriremo una panoramica generale sulle principali disposizioni della misura, analizzando le implicazioni per il settore edilizio, ma anche i costi e le sanzioni previste.

Novità della nuova direttiva case green

La nuova direttiva UE pone delle basi stringenti per l’efficienza energetica degli edifici, introducendo requisiti chiari per la loro progettazione e ristrutturazione. Entro il 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni (ZEmB – Zero Emission Buildings).

Inoltre, è prevista l’installazione obbligatoria di impianti fotovoltaici su nuovi edifici pubblici e non residenziali, con una superficie utile superiore a 250 metri quadrati. Ma vediamo più nel dettaglio il quadro normativo completo.

Cosa prevede la direttiva

La direttiva europea case green stabilisce che gli stati membri dell’UE abbattano il consumo energetico degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Per arrivare a realizzare questo ambizioso obiettivo, il 55% di tale riduzione dovrà provenire dalla ristrutturazione del 43% degli edifici che mostrano le peggiori performance energetiche. I piani nazionali specifici di ciascun paese delineeranno le modalità per conseguire questi traguardi. Inoltre, a partire dal 2030, ogni nuovo edificio residenziale dovrà avere emissioni zero.

Per conseguire tali obiettivi, la direttiva introduce una metodologia comune per il calcolo dell’efficienza energetica complessiva degli edifici e delle singole unità abitative, oltre a stabilire criteri minimi di performance energetica per nuove costruzioni e strutture già esistenti.

La direttiva stimola l’integrazione dell’ecodesign come pilastro fondamentale per l’economia circolare nel settore delle costruzioni. Sempre entro il 2030, gli edifici esistenti devono essere adeguati per rispettare i nuovi standard, incentivando l’uso di materiali sostenibili e tecnologie avanzate per ridurre il consumo energetico.

Quali immobili dovranno essere ristrutturati

La nuova direttiva impone una serie di obblighi per gli edifici esistenti, spingendo i proprietari a pianificare ristrutturazioni significative per rispettare i nuovi requisiti energetici. Stime recenti indicano che entro il 2030 sarà necessario ristrutturare il 15% degli edifici classificati F e G, mentre entro il 2033 la percentuale salirà al 26% per gli edifici con le classi energetiche più basse. In termini numerici, ciò si traduce nell’esigenza di migliorare oltre 500 mila edifici pubblici e circa 5 milioni di proprietà private che attualmente presentano le performance energetiche inadeguate.

Costi delle case green in Europa

L’adeguamento del parco immobiliare agli standard imposti comporterà investimenti significativi. La Commissione europea stima che, per adeguare gli edifici entro il 2030, saranno necessari investimenti annui di 275 miliardi di euro.

Calcolare con precisione quanto dovrà spendere una singola famiglia per questi lavori è complicato. Dettagli più precisi saranno disponibili una volta che il piano nazionale sarà definito e si comprenderà quali edifici dovranno essere ristrutturati per primi. Tuttavia, le prime stime indicano che i costi per famiglia potrebbero variare da un minimo di 20-30 mila euro a un massimo di 50-60 mila euro per conformarsi alla nuova legislazione.

Non dobbiamo dimenticarci che, nonostante lo sforzo iniziale richiesto a ciascuno degli stati membri, i benefici a lungo termine saranno importanti: prima di tutto, una drastica riduzione delle spese energetiche e, in secondo luogo, un aumento del valore di ciascun immobile.

L’impatto della direttiva europea sui bonus edilizi

Cosa cambia per gli attuali bonus? La misura influenzerà significativamente i bonus esistenti nel settore edilizio. Stiamo parlando, per esempio dell’ecobonus e degli incentivi per le caldaie, che non saranno più sovvenzionati a partire dal 2025. La direttiva impone, infatti, che le risorse finanziarie degli Stati membri siano prioritariamente allocate a progetti che assicurino significativi risparmi energetici.

La Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) però prevede alcune agevolazioni per chi deve ristrutturare la casa: non solo l’inclusione di detrazioni e crediti fiscali tra gli incentivi finanziari, ma anche la possibilità di ottenere un risparmio direttamente sulle fatture, attraverso meccanismi come lo sconto in fattura.

Sono previste sanzioni per i proprietari?

Per quanto riguarda le sanzioni o le limitazioni per i proprietari che non rispettano la normativa, la direttiva europea impone requisiti obbligatori agli Stati membri, ma non interviene direttamente sui singoli proprietari di immobili. L’attuazione della direttiva e l’applicazione di eventuali sanzioni sono lasciate alla discrezione dei singoli paesi. In Italia, per esempio, l’attuale clima politico è caratterizzato da una flessibilità maggiore rispetto alla nuova regolamentazione europea.

Conclusione

La nuova direttiva Case Green rappresenta, senza alcun dubbio, una svolta epocale per il settore edilizio. Nonostante l’adeguamento del parco immobiliare inizialmente sia molto oneroso, bisogna mettere in evidenza i benefici a lungo termine della misura, specialmente nell’ambito della tutela dell’ambiente.

Tutti i professionisti del settore edilizio e proprietari di immobili sono, dunque, chiamati a collaborare per un futuro più verde e sostenibile, in linea con gli obiettivi climatici dell’Unione Europea.

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