È possibile ridurre l’impatto ambientale in cantiere?

Corso Cantieri Sostenibili
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Il settore edile, motore fondamentale dell’economia globale, è anche uno dei principali responsabili di emissioni inquinanti. Partiamo, quindi, con qualche dato.

Secondo l’ultimo rapporto del 2023 dell’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) e dalla Global Alliance for Buildings and Construction (GlobalABC), il Global Status Report for Buildings and Construction, il settore delle costruzione rimane una sfida importante in termini di impatto ambientale a livello globale. Con oltre un quinto delle emissioni globali attribuibili alle attività edilizie, l’anno 2022 ha registrato un incremento dell’1% nelle emissioni, che equivale all’inquinamento prodotto da 10 milioni di automobili.

Inoltre, nonostante l’investimento complessivo nella decarbonizzazione degli edifici sia aumentato nel 2022 del 14% raggiungendo i 285 miliardi di dollari, resta inferiore agli obiettivi di neutralità carbonica per il 2030 e il 2050.

In un contesto del genere, l’evoluzione del settore verso la sostenibilità ambientale e quindi verso pratiche meno impattanti sul nostro pianeta, è ormai una realtà imprescindibile. Vediamo allora come ridurre l’impatto ambientale in cantiere, analizzando strategie e pratiche per realizzare un cantiere sostenibile.

Come rendere un cantiere sostenibile?

Come abbiamo anticipato, la gestione ambientale dei cantieri non è più un’opzione, ma una necessità imposta dalla situazione climatica del nostro pianeta. I professionisti del settore edile si trovano, dunque, di fronte all’ardua sfida di diminuire l’impatto ambientale dei loro progetti, adottando strategie dedicate anche alla gestione ambientale dei cantieri. È fondamentale, quindi, redigere un piano ambientale di cantierizzazione: in poche parole, un approccio che integri economia circolare e una gestione efficace delle risorse e dei rifiuti all’interno del cantiere.

La valutazione dell’impatto ambientale in cantiere è il primo passo per gestire in ottica sostenibile le varie attività previste dal progetto. Tramite un’analisi dettagliata è possibile identificare le principali aree di intervento, che spaziano dall’impiego di materiali sostenibili, alla riduzione dell’impatto visivo e acustico. Vediamole insieme i vari step per trasformare un cantiere tradizionale in un cantiere sostenibile.

Controllare l’inquinamento acustico

Prima di avviare un cantiere, è essenziale effettuare un’analisi dell’impatto acustico che i lavori avranno sull’ambiente circostante. Per le operazioni che generano elevati livelli di rumore, potrebbe essere necessario ottenere un’autorizzazione comunale.

Esistono però alcune azioni per minimizzare l’inquinamento acustico in cantiere:

  • posizionare le apparecchiature rumorose il più lontano possibile dalle aree abitate;
  • dare priorità alle operazioni diurne, distribuendo nel tempo quelle che producono più rumore;
  • spegnere gli apparecchi durante le pause prolungate;
  • mantenere in efficienza gli strumenti e le macchine, assicurandone il corretto funzionamento;
  • impiegare barriere sonore, sia fisse che mobili, per attenuare la diffusione del rumore.

Ridurre le emissioni inquinanti nell’atmosfera

Per l’avvio di determinate operazioni, come l’attivazione di un impianto di betonaggio, è necessaria un’autorizzazione preventiva per le emissioni, sia per quelle canalizzate che per quelle diffuse, conformemente a quanto stabilito dal Decreto Legislativo 152/2006, nella Parte V.

Le azioni chiave per ridurre l’impatto ambientale durante l’esecuzione di un cantiere includono:

  • bagnare regolarmente le superfici, particolarmente nei periodi di maggiore aridità, per limitare la polvere;
  • utilizzare coperture sui mucchi di materiali in polvere libera per evitare la loro dispersione;
  • sospendere le attività di demolizione in condizioni di forte vento;
  • assicurare la pulizia delle strade interne al cantiere, per esempio mediante l’uso di spazzatrici;
  • dare priorità all’utilizzo di veicoli omologati che soddisfino gli standard europei in materia di emissioni.

Gestire terre e rocce da scavo

Riguardo alla gestione di terre e rocce da scavo, è fondamentale adottare alcune precauzioni:

  • lo stoccaggio del terreno deve essere organizzato in pile non superiori ai due metri d’altezza per preservarne le proprietà, facilitando così il suo recupero in fase di ripristino dell’area;
  • i cumuli di materiale devono essere gestiti in modo da prevenire la perdita per erosione e il rilascio di particelle fini nell’aria, ad esempio mediante la copertura delle pile o mediante inerbimento;
  • il trasferimento dei materiali di risulta deve avvenire utilizzando veicoli con copertura adeguata per evitarne la dispersione durante il trasporto.

Stoccaggio dei materiali

Per quanto riguarda la conservazione di diversi tipi di materiali in cantiere, è essenziale implementare delle strategie di organizzazione che assicurino una chiara distinzione tra le diverse pile o aree di immagazzinamento. Più nel dettaglio, è raccomandato:

  • posizionare i materiali inerti in modo che non vi sia dispersione sul suolo libero;
  • impedire la dispersione dei materiali inerti nel sistema di drenaggio delle acque piovane;
  • conservare le sostanze pericolose in aree protette, evitando l’esposizione all’aperto;
  • tenere a disposizione in cantiere le relative schede di sicurezza dei materiali;
  • distinguere chiaramente i materiali rimossi durante i lavori dai rifiuti accumulati.

Ridurre l’impatto su risorse idriche e suolo

La tutela delle acque e del terreno è fortemente connessa al controllo dell’acqua che si muove attraverso il cantiere e quella generata dalle attività lavorative.

Per impedire la contaminazione del terreno e delle acque (sia di superficie che sotterranee) bisogna:

  • rifornire i veicoli su superfici resistenti all’acqua;
  • verificare l’integrità dei sigilli nei bacini di raccolta;
  • avere sempre a portata di mano il kit per la gestione degli sversamenti;
  • se previsti, effettuare i lavori nei corsi d’acqua durante i periodi di basso flusso;
  • limitare l’uso dell’acqua potabile e favorire, quando possibile, il riutilizzo dell’acqua già impiegata in cantiere;
  • creare le squadre di emergenze per gestire in modo rapido ed efficace qualsiasi problema di sversamento di sostanze nocive.

Gestire i rifiuti in cantiere

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, è necessario che questi siano raccolti in un’area riservata al deposito provvisorio. Bisogna però tenere conto di alcune importanti attività:

  • i rifiuti vanno classificati secondo il loro codice CER;
  • i rifiuti devono essere collocati in contenitori adeguati per tipologia e volume, etichettati in modo chiaro e comprensibile;
  • le aziende subappaltatrici devono ricevere una formazione specifica riguardo le procedure di gestione dei rifiuti in cantiere.

Ripristinare i luoghi

Dopo la fine dei lavori, si procederà allo smantellamento del cantiere e al recupero delle aree interessate. Questo processo inizia dalla verifica per rilevare possibili contaminazioni del suolo e termina con il reinserimento del terreno fertile precedentemente rimosso e, se necessario, il ripristino della vegetazione autoctona.

Formazione sui cantieri sostenibili

Il concetto di economia circolare in edilizia rappresenta una sfida e un’opportunità per il settore delle costruzioni. Abbiamo visto che rendere un cantiere sostenibile è, non solo possibile, ma necessario: attraverso la valutazione dell’impatto ambientale, l’adozione di pratiche sostenibili e l’integrazione di un piano di gestione ambientale, l’edilizia può finalmente inserirsi in modo proficuo tra i settori attivamente impegnati nella tutela dell’ambiente.

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