Cosa s’intende per demolizione selettiva?

Corso Cantieri Sostenibili
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Quando parliamo di demolizione selettiva ci riferiamo alla suddivisione dei detriti in categorie omogenee al fine di promuovere il recupero e riciclo dei materiali provenienti da edifici o strutture industriali.

Le tecniche di demolizione selettiva si inseriscono nel più ampio contesto dell’economia circolare in edilizia, i cui principi si basano non più sull’idea di eliminare il rifiuto a fine vita, ma sul conferirgli una seconda vita e una nuova funzione. Ciò consente di ottenere una notevole riduzione sia dei volumi di rifiuti avviati in discarica sia dei costi legati al loro trasporto e smaltimento.

Questa strategia è al centro dei cosiddetti Criteri Ambientali Minimi (CAM), che rappresentano uno degli aspetti fondamentali per la promozione di un’edilizia sostenibile e responsabile. Vediamo, quindi, insieme di cosa si tratta e cos’è un piano di demolizione selettiva.

Cos’è la demolizione selettiva?

La demolizione selettiva rappresenta un metodo di demolizione edile che facilita l’organizzazione dei detriti in categorie omogenee, promuovendo il recupero e il riciclo dei materiali. Tramite questo approccio, improntato anche alla riqualificazione edilizia, aumentano le possibilità di riciclare elementi che precedentemente venivano semplicemente conferiti in discarica, generando inquinamento.

In poche parole, si può descrivere come un processo di de-costruzione, ovvero l’operazione contraria a quella che ha generato l’edificio. I prodotti ottenuti dalla demolizione selettiva possono essere direttamente reimpiegati oppure possono essere adoperati in maniera diversa rispetto all’uso originario.

In particolare, attraverso la demolizione selettiva, i rifiuti vengono categorizzati in questo modo:

  • materiali pericolosi;
  • componenti riutilizzabili così come sono;
  • materiali adatti al riciclaggio;
  • rifiuti inerti lapidei;
  • detriti non riciclabili.

Quali sono i principi su cui si fonda la demolizione selettiva?

La demolizione selettiva si fonda sull’obiettivo primario di valorizzare i rifiuti provenienti dal settore delle costruzioni. Attraverso questo approccio, si mira a diminuire la quantità totale di detriti generati, eliminare e processare adeguatamente le sostanze nocive, ma anche facilitare il riutilizzo e la classificazione dei residui come sottoprodotti.

Concretamente, la demolizione selettiva punta a minimizzare l’impatto ambientale delle attività edili, ricorrendo a tecniche e attrezzature meno impattanti e rumorose. Questo approccio non solo contribuisce a una riduzione dei costi di smaltimento, che sono in continuo aumento, ma permette anche di ottimizzare i tempi di lavoro in cantiere.

In sintesi, i principi cardine della demolizione selettiva includono la promozione del riciclo, del riuso e del recupero dei materiali, assicurando al contempo la separazione accurata dei rifiuti e la gestione sicura delle sostanze pericolose presenti. Vediamo più nel dettaglio come progettare un intervento di demolizione selettiva.

La progettazione degli interventi di demolizione selettiva

La pianificazione di un intervento di demolizione selettiva inizia con la definizione delle tecniche per lo smontaggio e la categorizzazione dei materiali, al fine di creare un database dettagliato, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, del materiale da risulta presente. Questo catalogo includerà anche le informazioni relative alla sicurezza dei prodotti e dei materiali destinati al riutilizzo, al riciclaggio o allo smaltimento.

All’interno della normativa di riferimento, la UNI/PdR 75:2020, il processo di demolizione selettiva si articola in tre momenti principali:

  • la fase di progettazione;
  • la fase di esecuzione;
  • la fase di aggiornamento del database o dell’elenco definitivo dei materiali impiegati.

Ognuna di queste fasi prevede diverse sottofasi a seconda delle specificità del progetto su cui si sta lavorando. Naturalmente, l’indagine preliminare riguardante la demolizione, così come l’elenco dei rifiuti deve essere sottoposto a revisione e successiva approvazione.

I criteri CAM per la demolizione selettiva

Secondo le linee guida per la progettazione di edifici delineate dai Criteri Ambientali Minimi (CAM) 2022 esistono diversi criteri da seguire per la demolizione selettiva, il recupero, il riciclo dei materiali, così come vengono stabilite delle quote minime di materiali riciclati da impiegare in determinate fasi costruttive.

In modo particolare, si richiede che una quota pari almeno al 70% in termini di peso (dei componenti edilizi e degli elementi prefabbricati impiegati nel progetto, ad eccezione degli impianti) debba essere predisposta per il piano disassemblaggio e demolizione selettiva. Questa indicazione è valida per tutti i progetti che riguardano le nuove costruzioni, compresi quelli che comportano:

  • demolizione;
  • ricostruzione;
  • ristrutturazione.

Le prassi operative di riferimento (UNI/PdR 75:2020) forniscono un elenco dettagliato delle procedure e dei materiali coinvolti in un processo di demolizione.

Il destino dei materiali, dei componenti costruttivi e degli elementi prefabbricati di un edificio post-demolizione viene poi riportato all’interno di un documento specifico, noto come piano di fine vita dell’edificio.

Il piano di fine vita

Il piano di fine vita è un documento cruciale che illustra in modo dettagliato le prospettive future di riciclaggio, riuso (o di qualsiasi altro tipo di recupero) per ciascun componente di un’opera a fine vita. La responsabilità di formulare questo piano spetta al progettista, il quale, nell’elaborare il piano di manutenzione del progetto, si occupa anche della gestione e conservazione della documentazione tecnica pertinente.

Per redigere in maniera adeguata il piano di fine vita, in linea con le modalità di archiviazione e condivisione stabilite dai Criteri Ambientali Minimi (CAM), è necessario indicare, per ogni componente, le informazioni specifiche, precisando anche se è destinato a:

  • essere completamente riciclato;
  • essere parzialmente riciclato;
  • finire in discarica.

Ogni elemento sarà così sottoposto a un processo di decostruzione selettiva, vale a dire un disassemblaggio specifico. Al completamento di questo processo, l’elemento sarà dunque riciclato o riutilizzato, rendendolo nuovamente idoneo all’uso nella sua funzione originale o per un diverso impiego.

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