Sostenibilità ambientale, risparmio energetico e salubrità indoor

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Ancor prima di sostenibilità applicata al settore edilizio è importante parlare di sviluppo sostenibile e di un percorso di crescita, perché per affrontare al meglio la transizione ecologica ed energetica, diventa necessario un cambio di paradigma, che sia però condiviso.

Per chi lavora con il costruito, l’unica edilizia possibile e gli unici interventi sul territorio, devono essere necessariamente sostenibili.

L’Unione Europea, con il Green Deal, si è posta degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per contrastare i cambiamenti climatici in atto e questi obiettivi prevedono: 

  • la riduzione del 55% delle emissioni rispetto al 1990 entro 2030; 
  • il raggiungimento della neutralità climatica al 2050.  

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile

Il settore immobiliare è quindi responsabile di una fetta molto significativa del consumo di risorse naturali e del consumo di energia, contribuendo direttamente ed indirettamente ad una sostanziale porzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera; in particolare si stima che gli edifici e le costruzioni siano responsabili di circa il 38% delle emissioni di CO2 globali.

Per aiutarci in questo cambio di paradigma importante è comprendere la relazione fra l’ambiente costruito e le linee guida degli obiettivi dell’Agenda 2030 e come gli edifici possono concorrere al loro raggiungimento. 

Nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, approvata nel settembre 2015, è indicato un piano di azione globale per la sostenibilità e tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, molti sono finalizzati al costruito e agli edifici tra cui il più importante è il Goal 11 “città e comunità sostenibili” per sviluppare quartieri vivibili e resilienti che aiutino a promuovere uno sviluppo urbano sostenibile in armonia con l’ambiente. Le città e le aree metropolitane rappresentano il 70% delle emissioni globali di carbonio e oltre il 60% dell’uso delle risorse. Inoltre, 9 persone su 10 che vivono nelle aree urbane respirano aria che non rispetta i parametri di qualità.                               

La sostenibilità deve trovare proprio all’interno degli aggregati urbani tutti gli elementi che possono concorrere, integrandosi tra loro, ad una concezione di sostenibilità reale e concreta e la sfida parte proprio dalle città. Città, quartieri e luoghi pubblici ben progettati, ma anche alloggi di alta qualità, possono realmente contribuire a creare comunità nelle quali esigenze ambientali, economiche ma anche sociali possono coesistere in modo armonioso.

Goal 3: salute e benessere delle persone

Fondamentale è il Goal 3 “salute e benessere” per creare spazi vivibili interni ed esterni concentrandosi sulle persone, la salute e il benessere. L’obiettivo è garantire a tutti una vita sana. Passiamo più del 90% del nostro tempo all’interno degli edifici, dove l’inquinamento indoor è responsabile del 2,7% del carico globale di malattia nel mondo. In alcuni paesi europei i 20-30% delle famiglie ha problemi di umidità nelle abitazioni, con un conseguente aumento del 50% del rischio di disordini respiratori e di casi di asma. Un errato sviluppo dell’ambiente costruito può avere molte conseguenze negative: inquinamento atmosferico urbano, contaminazione del suolo e dell’acqua, inquinamento acustico, inquinamento dell’aria indoor.

Queste minacce possono essere evitate perseguendo metodi di costruzione che mettano le persone al primo posto, proteggendole dai danni che possono verificarsi durante il ciclo vita degli edifici e del costruito.

Goal 6: acqua pulita e servizi igienico sanitari 

Il Goal 6 poi centra l’attenzione su “acqua pulita e servizi igienico sanitari”, importante per consentire l’uso efficiente e responsabile dell’acqua e mitigare la scarsità di acqua. Nel XX secolo il consumo idrico è aumentato di 6 volte, il doppio rispetto al tasso di crescita della popolazione e circa il 90% di questo consumo idrico va a beneficio di solo il 12% dell’intera popolazione mondiale.

Questi dati sembrano poco correlati rispetto al nostro quotidiano dove la disponibilità dell’acqua per tutti è scontata. In alcune regioni, però, l’effetto del cambiamento climatico rendono necessario il razionamento dell’acqua potabile. Questo significa ridurre la quantità del servizio igienico-sanitario degli edifici e quindi la loro salubrità.

Il rischio negli edifici poco efficienti, sarà che oltre alla povertà energetica si manifesti anche il fenomeno della povertà idrica. È necessario quindi rendere gli edifici resilienti alla carenza di acqua potabile, garantendo alcuni servizi anche dal recupero di acque reflue, promuovendo l’efficienza idrica e riducendo gli spechi di acqua. Tali tecniche consentono di ridurre anche il costo energetico, e le conseguenti emissioni.

Goal 7: energia pulita e accessibile

Protagonista del Goal 7 è “l’energia pulita e accessibile” per costruire in modo efficiente e promuovere l’autoproduzione e l’uso di energie rinnovabili negli edifici e nei quartieri. Il 40% dell’energia totale consumata in Europa è utilizzata dal settore delle costruzioni e dall’uso degli edifici. L’efficienza energetica e la generazione di energia da fonti rinnovabili, sono fondamentali per la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile del costruito, che deve essere visto come una fonte di energia il cui valore è proporzionale al risparmio energetico che si consegue.

I nuovi edifici devono anche essere concepiti come fonti di energia che, mediante l’autoproduzione da fonte rinnovabile, siano in grado di avere un bilancio energetico positivo, in grado di bilanciare l’energia grigia (“embodied energy”) contenuta nei materiali da costruzione e nei processi costruttivi. L’obiettivo è avere edifici con accesso ad energia pulita, affidabile e conveniente in modo da essere efficienti utilizzando fonti di energia a basse o a zero emissioni di carbonio.     

Tutto questo necessita di un’adeguata revisione della struttura urbana, capace di fornire infrastrutture energetiche intelligenti e connesse.

Goal 12: consumo e produzione responsabili                                                                         

Ancora in pochi comprendono poi il tema del Goal 12 “consumo e produzione responsabili” e come applicare i principi dell’economia circolare scegliendo materiali da costruzione appropriati. Almeno un terzo delle risorse globali viene consumato dall’ambiente costruito e in Europa il settore delle costruzioni produce il 25-30% dei rifiuti totali. 

L’industria delle costruzioni ha quindi una grande responsabilità nel sovraccarico dei nostri ecosistemi e la circolarità deve perciò diventare una caratteristica imprescindibile dell’edificio, così come lo è ormai l’efficienza energetica. L’applicazione di questo principio di economia circolare comporta la definizione di standard per rendere applicabile su vasta scala il recupero, il riuso e il riciclo di componenti e materiali, in modo da creare edifici circolari che ottimizzano l’uso delle risorse, producono zero rifiuti nelle discariche e supportano la rigenerazione delle risorse e dei sistemi naturali.                                                                                                                                   

Oltre a questo, deve essere garantita la decostruibilità dell’edificio, in modo che i componenti edili possano essere separati per essere reimpiegati in un altro edificio oppure per ricavarne materiale da costruzione riutilizzabile. L’edificio può diventare così una banca dati materiali da riusare quando sarà arrivato a fine vita.                                                                                                

Goal 13: lotta contro il cambiamento climatico

L’obiettivo per la “lotta contro il cambiamento climatico”, protagonista del Goal 13, è quello di poter realizzare edifici e quartieri climaticamente neutri, resilienti, e resistenti al cambiamento climatico. Almeno un terzo delle emissioni climalteranti è dovuto al sistema delle costruzioni e per questo l’edilizia gioca un ruolo chiave nella protezione del clima, per il quale è necessario operare una massiccia riduzione delle emissioni di carbonio. È necessario costruire edifici e quartieri climaticamente neutri, che producono cioè più energia rinnovabile di quella che consumano, utilizzando un approccio olistico per le nuove realizzazioni e per la riqualificazione di quelli esistenti. Un edificio ad elevata efficienza energetica, per il quali si sono trascurati ad esempio aspetti quali l’efficienza idrica e la connessione alla mobilità sostenibile, perderà l’occasione di ridurre la sua impronta di carbonio associata a questi servizi, il cui peso energetico tenderà ad essere significativo al decrescere dell’energia utilizzata per gli altri servizi (riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, ecc) che sarà minimizzata o azzerata. Sarà necessario anche progettare e realizzare edifici e quartieri tenendo in considerazione gli effetti del cambiamento climatico nel medio e lungo periodo per assicurarsi che siano resilienti e adattabili al cambiamento.

Goal 17: partnerships per gli obiettivi

 Per riuscire a trasformare gli edifici e il costruito sarà necessario sfruttare i punti di forza delle reti e delle partnership, così come indicato dal Goal 17 “partnerships per gli obiettivi”, al fine di sviluppare soluzioni condivise che abbiano una effettiva attuazione, così come l’integrare i diversi attori della filiera delle costruzioni, in modo da condividere know-how e soluzioni, permetterà di completare in maniera efficace e veloce la transizione ecologica a cui siamo chiamati, e in questo disegno è necessario che tutti facciano la loro parte, dalle aziende ai consumatori finali. Gli interventi non devono considerarsi solo edilizi ma anche culturali e sociali e anche il singolo cittadino va opportunamente stimolato e coinvolto. Il processo di costruzione e il successivo utilizzo degli edifici, rappresentano una opportunità non solo per risparmiare energia, acqua e emissioni di carbonio, ma per educare, rafforzare la comunità, migliorare la salute e il benessere.

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