Semplificazione per terre e rocce da scavo con il nuovo decreto

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Fra i materiali di risulta, ovvero i rifiuti maggiormente prodotti nei cantieri edili, ci sono proprio le terre e rocce da scavo. Lo smaltimento della terra da scava deve seguire precise regole in quanto si tratta di rifiuti speciali, derivanti da diverse attività edilizie.

La gestione semplificata delle terre e rocce da scavo rappresenta una svolta importante nel settore delle costruzioni, perché indirizza gli operatori del comparto al riutilizzo in cantiere, producendo così un forte impatto sull’ecologia e sulla sostenibilità di infrastrutture ed edifici. Vediamo quindi cosa prevede il nuovo decreto ministeriale e quali modifiche sono state apportate per snellire le procedure.

Cosa sono le terre e rocce da scavo

Secondo l’art. 2 del dpr 120/2017 (Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo), possiamo parlare di terre e rocce da scavo quando ci si trova davanti al suolo escavato da varie attività di costruzione, inclusi:

  • scavi generici;
  • opere di perforazione, palificazione e trivellazione;
  • eliminazione e livellamento di opere in terra;
  • realizzazione di infrastrutture come gallerie e strade.

Questi materiali possono contenere calcestruzzo, bentonite, PVC, vetroresina e miscele cementizie, purché non superino i limiti di concentrazione di inquinanti stabiliti dalla normativa (dlgs 152/2006). È quindi importante eseguire delle accurate analisi su terre e rocce da scavo.

Gestione delle terre e rocce da scavo: la normativa

Le modifiche normative introdotte sono saldamente legate agli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in quanto puntano ad accelerare la realizzazione di infrastrutture cruciali per la sicurezza energetica del Paese. La semplificazione della gestione di questi sottoprodotti è considerata un tassello fondamentale per garantire l’attuazione immediata del PNRR, contribuendo così alla tanto ambita transizione ecologica e agli importanti traguardi di sostenibilità ambientale.

Obiettivi del nuovo decreto

Gli obiettivi della normativa possono essere sintetizzati in due punti essenziali:

  • semplificare le procedure, perché il regolamento vuole ridurre gli oneri burocratici per le imprese, consentendo una più rapida realizzazione di opere infrastrutturali, impianti energetici e altre costruzioni essenziali per il paese;
  • razionalizzare l’uso dei materiali, fornendo linee guida chiare sul piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo e promuovendo un approccio più efficiente e sostenibile.

Decreto terre e rocce da scavo: cosa prevede

La normativa 2023 porta varie novità nella gestione delle rocce e terre da scavo. Vediamole insieme.

  1. Gestione come sottoprodotti: le terre e le rocce da scavo vengono qualificate come sottoprodotti, ciò permette a quelle provenienti da cantieri non assoggettati a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) o Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), di essere gestite in modo semplificato.
  2. Esclusione dal trattamento come rifiuti: il nuovo regolamento esclude dal trattamento come rifiuti il suolo non contaminato e altri materiali naturali escavati, facilitando così il loro riutilizzo.
  3. Deposito temporaneo: viene disciplinato il deposito temporaneo delle terre e rocce qualificate come rifiuti, rendendo più chiari modalità e termini di conservazione.
  4. Utilizzo in situ: si promuove l’utilizzo nel sito di produzione delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti, riducendo la necessità di trasporto e smaltimento esterno.
  5. Gestione in siti di bonifica: si forniscono indicazioni per la gestione di questi materiali nei siti oggetto di bonifica, integrando le procedure di recupero ambientale.
  6. Disposizioni per i cantieri di micro-dimensioni: sono previste regole semplificate per i cantieri di micro-dimensioni, cioè quelli che hanno una produzione di terre e rocce non superiore a 1.000 metri cubi, facilitando ulteriormente la gestione dei piccoli progetti edili.
  7. Tutela dell’ambiente e della salute: viene data molta importanza alla garanzia di livelli adeguati di tutela ambientale e sanitaria, attraverso lo strumento dei controlli.

Queste norme avranno un impatto positivo sul settore, in primo luogo perché permetteranno alle imprese di essere più competitive sul mercato, in secondo luogo perché favoriranno la capacità delle aziende di rispondere efficacemente alle esigenze infrastrutturali del paese.

Conclusioni

L’iniziativa del Ministero dell’Ambiente di gestire in modo semplificato le terre e rocce da scavo rappresenta un passo avanti significativo per il settore edilizio: non solo, infatti, si facilita la realizzazione di progetti infrastrutturali ma si promuove anche una maggiore consapevolezza ecologica tra gli operatori, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e i principi di economia circolare che governano l’attuale contesto normativo e sociale.

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