Varianti in corso d’opera: cosa sono e quando sono ammesse?

Corso Partecipare alle Gare D'appalto
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In un settore come quello dell’edilizia, soggetto a continui aggiornamenti sia dal punto di vista normativo che tecnologico, la gestione delle varianti in corso d’opera, così come la richiesta di titoli abilitativi edilizi, rappresenta un aspetto cruciale per i professionisti del settore, specialmente per chi opera negli appalti pubblici.

In questo articolo cercheremo di offrire una panoramica dettagliata su cosa siano le varianti in corso d’opera, quando sono ammesse, ma anche sulle novità introdotte dal nuovo codice appalti 2023.

Cosa s’intende per varianti in corso d’opera?

Le varianti in corso d’opera sono modifiche che si rendono necessarie durante l’esecuzione di un lavoro e che possono incidere sulla natura, sulle caratteristiche e sui costi del progetto originario. Può trattarsi sia di lavori privati che di lavori pubblici: vediamolo più nel dettaglio.

Variante nei lavori privati

Nei lavori privati, il contratto d’appalto può essere soggetto a modifiche durante la sua esecuzione, sia per iniziativa dell’appaltatore sia su richiesta del committente. Queste variazioni possono avere un impatto significativo sul costo finale e sui tempi di consegna dell’opera. Per salvaguardare gli interessi di entrambe le parti, il Codice civile stabilisce delle regole precise.

L’appaltatore, prima di apportare qualsiasi modifica non prevista nel contratto originario, deve ottenere l’autorizzazione del committente, che può essere concessa sia preventivamente, al momento della stipula del contratto, sia successivamente, una volta che le modifiche sono state già realizzate. La mancata autorizzazione da parte del committente può portare al rifiuto dell’opera modificata e all’obbligo, per l’appaltatore, di ripristinare lo stato originario a proprie spese, anche se le variazioni apportate avrebbero potuto incrementare il valore dell’opera.

Le variazioni possono anche essere necessarie per l’esecuzione dell’opera a seguito di circostanze impreviste, e in questo caso, l’appaltatore non è tenuto a richiedere l’autorizzazione del committente, ma deve comunque informarlo tempestivamente. Per quanto riguarda le modifiche richieste dal committente, queste sono ammesse entro un sesto del prezzo complessivo convenuto (art. 1660, comma 2 c.c.), oltre il quale l’appaltatore ha il diritto di rifiutare l’esecuzione delle variazioni proposte senza subire penalità. In assenza di accordo sulle variazioni necessarie o sul loro compenso, le parti possono rivolgersi all’autorità giudiziaria per una valutazione e determinazione del prezzo.

Variante nei lavori pubblici

Il Codice dei Contratti Pubblici identifica come varianti in corso d’opera le situazioni in cui si rende necessario modificare un contratto di appalto durante la sua efficacia, a causa di eventi imprevisti. Questi eventi comprendono anche l’introduzione di nuove norme legislative, regolamenti o decisioni emesse da autorità o organismi responsabili della salvaguardia di interessi significativi.

Con il Nuovo Codice degli Appalti del 2023 (D. Lgs. 36/2023), che aggiorna il D.Lgs. 50/2016, si delineano le condizioni e i limiti entro cui le varianti sono consentite. La legge pone particolare attenzione alla trasparenza e alla necessità di prevenire incrementi ingiustificati dei costi o dei tempi di realizzazione.

Variante nei lavori su beni culturali

Quando i lavori interessano beni culturali, come evidenziato dall’art. 132 del D. Lgs. 36/2023, i contratti presentano delle peculiarità riconosciute a livello europeo (art. 36 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea). Per questo motivo, a tali accordi non si applica la possibilità di avvalersi dell’istituto dell’avvalimento, che solitamente permette a un’impresa di dimostrare il possesso dei requisiti necessari per partecipare a una gara d’appalto sfruttando le capacità di altre aziende.

Le norme già stabilite per la tutela e valorizzazione dei beni culturali rimangono in vigore. Per gli accordi di sponsorizzazione che superano i 40.000 euro è richiesta la pubblicazione di un avviso sul sito dell’ente appaltante, che deve essere mantenuto per almeno 30 giorni. Dopo questo periodo, i contratti possono essere negoziati liberamente, mantenendo l’equità e l’imparzialità tra tutti i partecipanti interessati e assicurando che gli sponsor soddisfino i requisiti necessari. Le norme di contrattazione pubblica standard non si applicano quando lo sponsor decide di assumersi direttamente i costi dei lavori o servizi, ma è essenziale che vengano rispettate le indicazioni per la progettazione, esecuzione e verifica di tali interventi (art. 134 D. Lgs. 36/2023).

Quando sono ammesse le modifiche agli appalti in corso d’opera?

Le varianti sono ammesse in diverse circostanze, quali la necessità di adeguare l’opera a normative intervenute successivamente all’aggiudicazione dell’appalto, l’emergere di condizioni tecniche non previste o la volontà di introdurre innovazioni tecnologiche vantaggiose. Tuttavia, esistono limiti ben precisi, che vedremo più avanti, definiti dal recente Codice degli Appalti.

Quando una variante è suppletiva?

Una variante si considera suppletiva quando è necessaria per completare l’opera secondo le prescrizioni del progetto originario o per rispettare nuove normative introdotte dopo l’avvio dei lavori. Queste varianti devono essere attentamente valutate dal direttore dei lavori, il quale ha il compito di assicurare la conformità del lavoro finito agli standard richiesti.

Chi può fare le varianti in corso d’opera?

La responsabilità della proposta di varianti spetta al direttore dei lavori, che deve valutarne la necessità, l’adeguatezza delle modifiche e l’impatto complessivo sul progetto. È fondamentale che queste variazioni siano documentate accuratamente e approvate dall’ente appaltante (nel caso di lavori pubblici) o dal committente (nei lavori privati).

Obblighi e iter da seguire

Per legittimare una variante in corso d’opera, è necessaria l’approvazione del Responsabile Unico del Procedimento (RUP), che si avvale della collaborazione del direttore dei lavori o del direttore dell’esecuzione del contratto. Questo processo di autorizzazione segue le procedure stabilite dall’ente che ha emesso l’appalto e di cui il RUP fa parte.

Nel caso non esistano regolamenti specifici da parte dell’ente appaltante o linee guida fornite dall’ANAC, l’autorizzazione viene definita come il consenso esplicito dato dal RUP al direttore dei lavori per procedere con le modifiche proposte.

Un esempio di variante in corso d’opera

Immaginiamo che durante la realizzazione di un edificio residenziale, l’ingegnere scopra la necessità di modificare il sistema di drenaggio a causa di una falda acquifera non prevista. Questa situazione richiederà una variante in corso d’opera che, previa approvazione, permetterà di adeguare il progetto mantenendone inalterati gli obiettivi e la funzionalità.

Le novità introdotte dal Nuovo Codice Appalti 2023

Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici ha introdotto importanti novità per quanto riguarda la gestione delle varianti in corso d’opera, adottando un un approccio più flessibile nella realizzazione delle gare d’appalto. Si è cercato così di contrastare la frammentazione normativa passata promuovendo i principi di legalità, trasparenza e concorrenza. Il recente quadro normativo, dunque, dimostra una maggiore tolleranza verso le varianti, specialmente in risposta a circostanze impreviste, in conformità alle esigenze del PNRR.

La nuova disciplina, inserita nell’articolo 120, semplifica la procedura di implementazione delle varianti non sostanziali: consente, infatti, di apportare in modo facile modifiche che non alterino la natura generale del contratto. Tali variazioni possono includere l’aggiunta di lavori, servizi o forniture supplementari non previsti inizialmente, a condizione che non si verifichi un aumento di prezzo superiore al 50% del valore contrattuale iniziale. Le varianti possono anche essere introdotte per rispondere a nuove necessità legislative o regolamentari, o a provvedimenti di enti di tutela, mantenendo però lo stesso limite nell’aumento del prezzo. Inoltre, viene promossa la rinegoziazione del contratto come metodo preferenziale, a discapito delle risoluzioni contrattuali.

Ogni modifica o variante deve essere approvata dalla stazione appaltante e adeguatamente pubblicizzata, incluso l’obbligo di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE e di comunicazione all’ANAC. Come possiamo notare, si tratta di novità che mirano a ottenere una maggiore flessibilità progettuale, fondamentale per favorire entrambe le parti coinvolte nel contratto pubblico d’appalto.

Formazione sulle gare d’appalto

In conclusione, la gestione delle varianti in corso d’opera richiede una solida conoscenza delle normative vigenti e delle procedure da seguire. Per approfondire ulteriormente questi temi e migliorare le tue competenze in materia di appalti, Unione Professionisti ha creato il corso gare d’appalto in edilizia che offre una preparazione completa e aggiornata alle ultime disposizioni vigenti.

Le lezioni sono progettate per tutti quei professionisti che vogliono formarsi nel settore degli appalti di lavori e servizi, inclusi: partecipanti a gare d’appalto, responsabili degli Uffici Gara, addetti commerciali, direttori tecnici e dirigenti d’impresa. L’offerta formativa in videoconferenza, infine, ti permette di accedere ai contenuti e seguirli in maniera flessibile, adattandosi ai tuoi orari e impegni lavorativi.

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