Catanzaro: Comune e Consiglio Di Stato hanno svilito il ruolo dell’architettura

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: l’architettura di qualità genera plusvalore economico e sociale, non solo in riferimento all’opera progettata, ma a tutto l’ambiente circostante

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“Non ci stancheremo mai di ripeterlo: l’architettura di qualità genera plusvalore economico e sociale, non solo in riferimento all’opera progettata, ma a tutto l’ambiente circostante; la qualità ha un costo che è di gran lunga inferiore al plusvalore che è in grado di generare e tutto ciò non fa che evidenziare il rilevante interesse pubblico della progettazione di qualità. Interesse pubblico che è stato svilito e mortificato dal Comune di Catanzaro e dai giudici del Consiglio di Stato.”

Così Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori in occasione dell’iniziativa “Equo compenso e tutela del lavoro autonomo” in programma oggi a Catanzaro.

“Va sottolineata la peculiarità dell’attività professionale rispetto, ad esempio, all’attività di impresa, cosa questa che è sfuggita al Comune di Catanzaro e allo stesso Consiglio di Stato: essa è l’applicazione di un sapere alla soluzione di un problema ogni volta diverso dal problema precedente e da quello che si porrà successivamente. Solo per le professioni intellettuali e regolamentate esiste, infatti, un sistema di regole deontologiche fondate e basate sulla lealtà dei comportamenti, sulla correttezza e sul rispetto del professionista verso il cliente e viceversa”.

“L’approvazione dell’equo compenso – conclude il Presidente degli architetti italiani – è, dunque, un obbligo morale soprattutto nei confronti dei cittadini: la determinazione e la regolamentazione del principio dell’equo compenso sono, infatti, presupposto fondamentale per garantire una concorrenza che abbia come riferimento primario la qualità della prestazione a garanzia di un’attività professionale, in tutti i settori, adeguata e proporzionata alle sempre più complesse problematiche che la riguardano. E questo sottolineeranno gli architetti italiani nel corso della mobilitazione del prossimo 30 novembre a Roma a sostegno della dignità dei professionisti italiani e a difesa dell’interesse pubblico”.

La vicenda di Catanzaro che ha scatenato le ire degli architetti italiani (per la verità ha fatto infuriare tutti i professionisti).

“Il Bando per la gara di progettazione” continua Cappochin “non solo violava il sacrosanto diritto a vedere adeguatamente remunerata ogni prestazione professionale, così come sancito da Costituzione e Codice Civile, ma, più in generale ha posto la questione del mancato riconoscimento della qualità progettuale, e dell’architettura in generale, fondamentale per la comunità dei cittadini soprattutto in un settore così delicato come quello della pianificazione urbanistica. Qualità che certamente ha un costo che è certamente inferiore rispetto al plusvalore che genera in termini di benessere e di qualità dell’habitat ai quali potrà contribuire l’utilizzo di concorsi di progettazione basati su una preliminare attenta lettura del paesaggio urbano e paesaggistico preesistente”

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