Indice di Compliance: tutti i particolari del nuovo strumento di controllo fiscale

I nuovi studi di settore non assegneranno più un valore ai ricavi di congruità a cui uniformarsi, ma restituiranno all’impresa un indice di compliance in una scala che andrà da 1 a 10

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La Commissione degli Esperti si è riunita lo scorso 7 settembre 2016, presso la Società per gli Studi di Settore, per analizzare le modalità di costruzione dei FUTURI “studi di settore” e di come l’indice di compliance cambierà la vita della migliaia di partite iva italiane.

Nell’ambito della riunione, accogliendo le richieste avanzate dalla CNA attraverso Rete Imprese Italia, è emerso che a partire dal 2017 verrà capovolta la natura stessa degli studi di settore: da strumento di accertamento diventeranno uno strumento teso ad assegnare benefici alle imprese, soprattutto in termini di tranquillità nel subire accertamenti induttivi da parte dell’Agenzia delle Entrate.

I nuovi studi di settore, che per la natura e la rilevanza delle modifiche che saranno apportate potrebbero e dovrebbero cambiare nome, non assegneranno più un valore ai ricavi di congruità puntuale a cui uniformarsi, ma restituiranno all’impresa degli indici di compliance – affidabilità in una scala che andrà da 1 a 10.

La collocazione dell’impresa nella scala da 1 a 10 dei futuri indici di compliance segnerà, sempre prima di effettuare i versamenti delle imposte dovute per l’anno, il grado di tranquillità fiscale dell’impresa stessa nel subire controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate ovvero, per i livelli più alti l’applicazione dell’attuale meccanismo premiale rappresenta un vero e proprio scudo fiscale ai controlli.

E’ noto, infatti, che attualmente il sistema premiale protegge le imprese completamente in regola con gli studi di settore da altri accertamenti di natura induttiva, eleva la protezione da eventuali accertamenti da redditometro dal 25% al 33% del reddito dichiarato e prevede la riduzione di un anno degli ordinari termini di prescrizione per gli accertamenti.

Peraltro, è stato illustrato che la logica di costruzione dei nuovi studi di settore condurrà ad una vera semplificazione dei modelli dichiarativi attraverso la riduzione del numero degli studi di settore, dei cluster, nonché delle informazioni necessarie per stimare i vari indici di compliance.

Come afferma CNA imprese però, siamo ancora nella fase embrionale dei futuri studi di settore. Attualmente è stata avviata solamente una sperimentazione su alcuni studi di settore e si prevede un avvio graduale a partire dal 2017. Pertanto, il tutto è ancora da costruire ed ancora molte sono le decisione da prendere, a partire dall’impalcatura normativa che sarà prevista nella prossima legge di stabilità.

Sarà, ad esempio, fondamentale la decisione che verrà assunta in materia di valore dell’indice di compliance da cui sono riconosciuti i benefici in termine di scudo agli accertamenti e se, come auspicato dalla CNA, saranno previsti almeno due diversi livelli di premialità.

Pertanto, risulta prematura qualsiasi valutazione complessiva del nuovo strumento. Certo è che lo “spettro” del ricavo di congruità a cui si è spinti ad adeguarsi non ci sarà più.

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