Gestire i conflitti sul lavoro grazie alla comunicazione efficace

All’interno di un gruppo il conflitto è una condiziona naturale, soprattutto se si tratta di un gruppo di lavoro. Se non vengono gestiti correttamente, con una definitiva risoluzione dei conflitti, potrebbero esserci gravi ripercussioni nei rapporti interpersonali e nelle dinamiche di gruppo.
Per farlo è possibile mettere in pratica alcune tecniche di comunicazione efficace che consentono una gestione efficace dei conflitti. Quali sono queste tecniche? Oggi è possibile seguire un Corso di Comunicazione Efficace per apprendere le strategie più adatte nelle diverse situazioni d’uso. Allo stesso modo anche il Corso per la Gestione dei Conflitti è indispensabile se ti trovi spesso a gestire i gruppi di lavoro.
Di cosa parliamo in questo articolo:
Team di lavoro unito e collaborativo
Alla base di un buon gruppo di lavoro troviamo un ambiente sereno e ricco di stimoli per ciascun membro del team. Saper lavorare in squadra è indispensabile per ottenere risultati migliori e sviluppare rapporti interpersonali sani e stimolanti. Questo ci viene in aiuto anche in caso di conflitti per avere una buona base di partenza. Comunicare efficacemente è importante per salvaguardare la collaborazione, la positività, l’educazione e l’organizzazione.
Per costruire la dinamica di gruppo è possibile anche partecipando ad attività di team building che favoriscono la costruzione di un legame positivo.
Le relazioni nei gruppi di lavoro
Ogni persona attiva dei comportamenti diversi, adeguati e non, nelle situazioni che ci si trova ad affrontare a lavoro. Il modo che si ha di porsi nei confronti dei legami interpersonali possono causare benessere organizzativo o malessere, generando conflitti espressi e nascosti. Quali sono questi atteggiamenti e come intervenire adeguatamente?
Atteggiamento silenzioso
Potrebbe essere causato da timidezza, paura di sentirsi isolato o cautela nell’esporsi. In questo caso è importante farlo uscire dall’isolamento e stimolare la partecipazione durante le riunioni. Una soluzione efficace è quella di inserire la persona all’interno delle discussioni con domande dirette su argomenti che conosce. Quando si chiede l’opinione è bene rivolgersi a tutti, anche a lui.
Atteggiamento silenzioso/ostile
Questo atteggiamento può dipendere da pregiudizi o atteggiamenti verso il contesto o il tipo di posizione ideologica e può trasformarsi in controdipendenza o reazione aperta. Come risolvere questo atteggiamento? È essenziale farlo esprimere apertamente, ascoltare il suo punto di vista e rispondere in modo pertinente.
Atteggiamento chiacchierone/dispersivo
Si tratta del classico atteggiamento logorroico che si dilunga fino a banalizzare la conversazione. L’obiettivo deve essere quello di mantenere il focus su un argomento cercando, per quanto possibile di arginare i suoi interventi, evitare di porgli domande dirette ed evitando di guardarlo. Quando parla è opportuno ricordargli qual è l’argomento e l’obiettivo della riunione, con gentilezza e cortesia.
Atteggiamento da ragionatore
La persona che hai davanti è molto intelligente ma spesso si corre il rischio di fare discorsi astratti e di perdersi nei particolari. Una buona soluzione è quella di fornire una guida per affrontare le discussioni e, se si perde nei particolari, interromperlo per invitarlo a riassumere i punti essenziali. Se la persona fa un ragionamento troppo astratto è opportuno chiedergli di fare un esempio concreto.
Atteggiamento Alter-ego
È la persona che ama “sovrapporsi agli altri”. In genere il suo atteggiamento consiste nell’interrompere gli altri e ripetere sempre le stesse cose. Le ragioni possono essere ricollegate a un desiderio di farsi accettare o mettere in evidenza la propria posizione.
L’obiettivo deve essere quello di portare la persona a evitare le ripetizioni, magari saltandolo durante una conversazione e riporre le domande agli altri. È importante apprezzare i suoi interventi ma senza dargli troppo peso, lasciando che il gruppo si infastidisca se necessario ma parlargli privatamente per fargli notare dove sta sbagliando.
Atteggiamento conflittuale costruttivo
Questo atteggiamento consiste nell’essere molto convinto della bontà delle sue idee e valutazioni. Si tratta di un elemento che può aiutare il gruppo a essere più produttivo e positivo. La persona con questo atteggiamento deve essere esortato a formulare le sue critiche in veste di nuove proposte, lasciarlo esprimere in modo accurato e valutare se l’argomento è realmente utile e pertinente.
Atteggiamento conflittuale distruttivo
Questo atteggiamento, a differenza del precedente, esprime affermazioni non valide in termini di logica, di qualità e di obiettività. In questi casi è opportuno arginare ogni conflitto in modo da mantenere alto il morale del gruppo. Una buona idea è quella di lasciare parlare questa persona e poi chiedere al gruppo di esprimersi a loro volta. Inoltre è meglio non rivolgergli domande dirette ma riconoscere le cose positive che dice. Se infastidito dal suo atteggiamento, il gruppo deve essere lasciato libero di esprimere le proprie emozioni.
Questi sono solo alcuni degli atteggiamenti che ci si può trovare a gestire all’interno del gruppo lavorativo. Per approfondire le varie dinamiche ti suggeriamo di seguire un corso dedicato alla gestione del gruppo di lavoro.
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