Energy Manager: cosa fa, stipendio, requisiti e come diventarlo
L’Energy Manager è una figura professionale sempre più richiesta nel panorama energetico moderno. Ma cosa fa esattamente, quali sono le sue mansioni e come si può diventare un Energy Manager? In questo articolo vogliamo parlarti di questi aspetti e analizzare le opportunità di carriera e il potenziale guadagno in questo settore in crescita.
Ma prima di iniziare, se sei un ingegnere e vuoi acquisire la certificazione per svolgere questa mansione, ti suggeriamo il nostro Corso Energy Manager, disponibile su Unione Professionisti.
Di cosa parliamo in questo articolo:
Cosa fa un Energy Manager?
Un Energy Manager, come indica il nome, è un professionista che si occupa della gestione dell’energia all’interno di un’impresa, un ente pubblico o, in generale, qualsiasi struttura. Il suo obiettivo è monitorare i consumi energetici, ottimizzarli e promuovere azioni specifiche per migliorare l’efficienza energetica e l’utilizzo di risorse rinnovabili.
Si tratta quindi di un professionista che si occupa di ottimizzare i consumi, ridurre gli sprechi e promuovere l’uso di energie rinnovabili all’interno di residenze e aziende. Il suo ruolo è fondamentale per la sostenibilità ambientale, la riduzione delle emissioni di CO2 e per il risparmio energetico. Grazie alle sue competenze tecniche, l’Energy Manager è in grado di analizzare i consumi energetici, individuare eventuali inefficienze e proporre soluzioni per migliorare la performance energetica dell’azienda.
Il ruolo dell’Energy Manager varia in base alle dimensioni e alle caratteristiche della struttura in questione:
- per una residenza, considerando i costi elevati di un consulente dedicato, la funzione può essere svolta da centri energetici, agenzie, o da chi rilascia la certificazione energetica;
- per le aziende e gli enti di piccole dimensioni, l’Energy Manager è solitamente un consulente esterno con competenze tecniche specifiche;
- in un’organizzazione di grandi dimensioni e complessa, questo professionista sarà un dirigente responsabile di un team composto principalmente da esperti tecnici.
Quando è obbligatorio l’Energy Manager?
L’obbligo di nominare un Energy Manager dipende dalle normative nazionali e regionali e può variare in base al Paese. In Italia, ad esempio, la Legge 10/1991 ha introdotto l’obbligo di nomina per alcune tipologie di aziende ed enti pubblici. Le condizioni che rendono obbligatoria la figura dell’Energy Manager sono state successivamente aggiornate e dettagliate nel D.Lgs. 102/2014 e nelle normative regionali.
In generale, l’Energy Manager è obbligatorio per:
- Aziende industriali e del settore terziario (es. commercio, servizi, ecc.) con elevati consumi energetici, definiti in base a soglie stabilite dalla normativa. Queste soglie possono variare a seconda delle fonti energetiche utilizzate e della potenza elettrica impegnata.
- Enti pubblici con un elevato numero di dipendenti o un’ampia superficie di edifici e impianti di riscaldamento e raffreddamento. In Italia, ad esempio, gli enti pubblici con più di 200 dipendenti o con edifici di superficie superiore a 10.000 metri quadri devono nominare un Energy Manager.
Per approfondire meglio il ruolo dell’Energy Manager nella pubblica amministrazione o nelle realtà provate è importante consultare le specifiche normative del proprio Paese o regione.
La nomina
La nomina avviene attraverso una procedura formale stabilita dall’organizzazione o dall’ente pubblico che ha l’obbligo di avere, internamente o esternamente, tale figura professionale. La procedura può variare in base alle normative nazionali o regionali e alle politiche interne dell’organizzazione. Ecco una panoramica generale di come avviene la nomina:
- identificazione del candidato: l’organizzazione o l’ente pubblico individua un candidato adatto per ricoprire il ruolo di Energy Manager. Il candidato può essere un dipendente interno con le competenze tecniche richieste o un consulente esterno specializzato in gestione energetica;
- verifica dei requisiti: la normativa vigente può prevedere specifici requisiti per l’Energy Manager, come titoli di studio, esperienza professionale e formazione specifica. L’organizzazione o l’ente pubblico deve verificare che il candidato soddisfi tali requisiti prima di procedere con la nomina;
- nomina formale: a questo punto è possibile procedere con la nomina formale dell’Energy Manager attraverso un atto scritto, come una delibera, una lettera di incarico o un contratto di consulenza. Tale atto deve specificare le responsabilità e le competenze dell’Energy Manager, nonché la durata dell’incarico;
- comunicazione agli enti competenti: in alcuni Paesi è obbligatorio comunicare la nomina dell’Energy Manager agli enti competenti, come l’autorità di controllo energetico o un organismo di certificazione. Questa comunicazione può essere richiesta per garantire la conformità alle normative vigenti e per consentire il monitoraggio e la supervisione delle attività di gestione energetica;
Una volta nominato, l’Energy Manager è tenuto a partecipare a corsi di formazione e aggiornamento per migliorare le proprie competenze tecniche e normative e per rimanere aggiornato sulle novità del settore. La partecipazione a programmi di formazione e aggiornamento può essere obbligatoria in base alle normative o alle politiche interne dell’organizzazione.
La durata dell’incarico può essere limitata nel tempo, in base alle disposizioni normative o contrattuali. In tal caso, l’organizzazione o l’ente pubblico può decidere di rinnovare l’incarico dell’Energy Manager, valutandone i risultati e l’efficacia delle azioni intraprese.
Requisiti per fare l’Energy Manager
I requisiti per diventare un Energy Manager possono variare a seconda delle normative locali e delle esigenze specifiche dell’organizzazione. Tuttavia, tra i requisiti comuni per questa figura professionale troviamo:
- titolo di studio: una laurea in ingegneria, fisica, chimica, architettura o in altre discipline scientifiche o tecniche correlate all’energia e all’ambiente. Una laurea magistrale o specialistica in gestione energetica o sostenibilità può essere considerata un plus;
- esperienza professionale nel settore energetico: possedere competenze specifiche nell’analisi dei consumi energetici, nella progettazione e realizzazione di interventi di efficienza energetica e nell’uso di fonti di energia rinnovabile;
- formazione specifica: seguire corsi di formazione o conseguire una certificazione specifica riconosciuta a livello nazionale o regionale. Questi corsi e certificazioni possono coprire argomenti come la normativa energetica, le tecnologie di efficienza energetica e la gestione dei progetti di risparmio energetico;
- conoscenze tecniche: possedere conoscenze approfondite sui sistemi energetici, le tecnologie di efficienza energetica, la produzione e distribuzione di energia, e la gestione dell’energia all’interno di un’organizzazione;
- conoscenza delle normative: essere aggiornato sulle normative locali, nazionali e internazionali relative all’efficienza energetica, alle emissioni di CO2 e alle fonti di energia rinnovabile;
- capacità di analisi e problem solving: essere in grado di analizzare i dati relativi ai consumi energetici, individuare eventuali criticità e inefficienze, e proporre soluzioni appropriate per migliorare la performance energetica dell’organizzazione.
Come diventare Energy Manager
Per diventare un Energy Manager, è importante intraprendere un percorso formativo e professionale che sviluppi le competenze necessarie per questo ruolo. Iniziare con una formazione accademica in un campo correlato all’energia e all’ambiente, come ingegneria, fisica, chimica o architettura, è fondamentale. Una laurea magistrale o specialistica in gestione energetica o sostenibilità può essere particolarmente utile.
Un altro passo cruciale è acquisire esperienza professionale nel settore energetico. Partecipare a progetti legati all’efficienza energetica, all’utilizzo di fonti di energia rinnovabile o alla gestione energetica può aiutare a costruire un background solido.
Infine è essenziale rimanere aggiornati sulle normative locali, nazionali e internazionali riguardanti l’efficienza energetica, le emissioni di CO2 e le fonti di energia rinnovabile, così come seguire le ultime tendenze e innovazioni tecnologiche nel settore energetico. Leggere pubblicazioni specializzate, partecipare a conferenze e workshop e unirsi a gruppi e associazioni professionali può aiutare a rimanere informati e a costruire una rete di contatti nel settore.
Quanto guadagna?
Il salario di un Energy Manager può variare notevolmente a seconda di diversi fattori, tra cui il paese in cui si lavora, l’esperienza, la dimensione dell’organizzazione e il settore industriale. In generale, il guadagno di un Energy Manager può essere compreso tra un range abbastanza ampio. In Italia, ad esempio, uno stipendio medio si aggira tra i 40.000 e i 60.000 euro all’anno, con la possibilità di incrementi salariali in base all’esperienza e alle competenze acquisite.
È importante notare che queste cifre sono solo indicative e possono variare a seconda delle circostanze individuali e del mercato del lavoro.
Inoltre, è importante considerare che i salari per i professionisti che lavorano come consulenti esterni o freelance possono essere influenzati da diversi fattori, tra cui il numero di clienti, i progetti gestiti e le tariffe concordate con i clienti. In questi casi, il potenziale guadagno può variare notevolmente a seconda della capacità di attrarre nuovi clienti e mantenere relazioni di lavoro durature e redditizie.
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