Split Payment Professionisti fino al 2023: cos’è e come funziona

L’Unione Europea ha deciso che l’Italia potrà ancora beneficiare dello split payment fino al 30 giugno 2023. Il Consiglio UE estende dunque l’autorizzazione di quanto previsto nella direttiva 2006/112/CE in materia di IVA.
Lo split payment, chiamato anche “scissione dei pagamenti“, è una forma di liquidazione dell’IVA che regolamenta i rapporti tra le aziende, o i professionisti, e la Pubblica Amministrazione. In questi casi infatti, è previsto che sia proprio la PA a versare l’IVA sulla transazione.
L’obiettivo principale è quello di contrastare l’evasione fiscale, così come introdotto dalla Legge di Stabilità nel 2015. In genere, il funzionamento classico dell’IVA prevede che questa venga addebitata direttamente al cliente per poi essere versata all’Erario dal fornitore della prestazione lavorativa. Con lo split payment invece, questa manovra viene eseguita direttamente dalla PA.
A chi è rivolto lo split payment
I soggetti a cui è rivolto lo split payment sono tutti coloro che svolgono prestazioni nei confronti di:
- Pubbliche Amministrazioni
- soggetti presenti nell’art. 17-ter del DPR n. 633/1972, come ad esempio: aziende pubbliche di servizi alla persona, aziende speciali, società quotate e presenti nell’indice FTSE MIB, enti pubblici economici.
Oltre a queste figure, è importante sapere che ci sono dei soggetti che non possono richiedere l’applicazione dello split payment. Così come definito dal decreto Dignità del 2018, i professionisti soggetti a ritenute a titolo di imposta o di acconto sono esclusi dal trattamento. Fanno parte di queste categorie:
- chi fa parte del regime dei minimi che per loro natura non applicano l’IVA in fattura;
- coloro che applicano reverse charge, o inversione contabile, poiché l’IVA è già a carico del committente;
- chi opera in un regime di ritenuta d’acconto.
Per quanto concerne la liquidazione dell’IVA, le Pubbliche Amministrazioni che effettuano acquisti soggetti a questo trattamento potranno versare l’IVA tramite l’uso del modello F24 “enti pubblici”.
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