Nuovo condono edilizio, potrebbe essere nel 2024

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Le ultime notizie dalla politica ci prospettano un possibile nuovo condono edilizio per il 2024. Non esiste ancora alcuna certezza in merito, ma si parla sempre più insistentemente della possibilità per i contribuenti di sanare alcuni abusi edilizi minori anteriori al 1977, individuati dal D.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia).

L’abusivismo edilizio in Italia è un problema piuttosto diffuso, concentrato principalmente al meridione e lungo le zone costiere. Nel periodo che va dal 2004 al 2022, nelle regioni più a rischio – Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Lazio – le demolizioni messe in atto hanno riguardato circa il 15% degli immobili abusivi per cui è stato ordinato l’abbattimento (in totale più di 70.000), cioè solo il 24,5% del totale. I dati giungono dal terzo report di Legambiente sull’abusivismo edilizio.

Vediamo quindi nel dettaglio cosa sono i condoni edilizi e cosa dovrebbe prevedere la nuova sanatoria.

Condono o sanatoria?

Cosa si intende precisamente per abuso edilizio? In poche parole, si ha un abuso edilizio quando si interviene su un immobile o si effettuano dei nuovi lavori edilizi senza ottenere prima il permesso di costruire.

In un’eventualità del genere bisogna riparare l’errore assicurando la conformità dell’edificio rispetto a quanto dichiarato. La legislazione italiana offre ai cittadini due possibili soluzioni: la sanatoria e il condono. Cosa differenzia queste opzioni?

Nel caso della sanatoria, si tratta del pagamento di una sanzione: una volta riscossa la somma, il cittadino è in grado di rimuovere le irregolarità rispetto alla normativa in vigore.

Il condono edilizio è, invece, più complesso da ottenere perché dipende da una concessione del Parlamento che, mediante una legge apposita e con delle tempistiche limitate, permette di sanare gli abusi edilizi.

Ma cosa può essere sanato? Non a tutte le difformità edilizie si possono applicare questi due iter di riparazione dell’illecito. Esistono, infatti, anche degli abusi edilizi non sanabili, che non possono essere messi in regola in alcun modo, neanche dietro pagamento di una sanzione amministrativa. L’unica procedura permessa in tali casi è la demolizione: gli immobili edificati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, per esempio, devono essere necessariamente smantellati.

La proposta di Salvini sul condono edilizio

La proposta di questo nuovo condono per gli abusi edilizi, teoricamente previsto per il 2024, è stata messa in campo dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Il ministro ha infatti parlato dell’esistenza di migliaia di violazioni urbanistiche e architettoniche minori, che potrebbero essere regolarizzate portando diversi benefici allo stato italiano.

Salvini ha tenuto a precisare che il condono non riguarderebbe indistintamente tutti gli edifici non conformi alla normativa vigente. Se la misura fosse approvata e trasformata in legge, tramite il “Decreto Anticipi”, porterebbe ad una sanatoria automatica di alcuni abusi estremamente specifici. In primo luogo, le irregolarità posteriori alla data del 30 gennaio 1977 non sarebbero coinvolte in questo ipotetico condono. Inoltre, il ministro ha ribadito che la regolarizzazione non si applicherebbe a ville, abitazioni in aree sismiche o edifici sulle spiagge.

In sostanza, l’intervento sanatorio coinvolgerebbe solamente “irregolarità non essenziali” e lascerebbe fuori tutte le violazioni edilizie nelle zone a rischio idrogeologico.

Il blocco delle opposizioni e di alcuni partiti di maggioranza

La proposta ha suscitato moltissime critiche e polemiche, sia all’interno della stessa maggioranza di governo che tra le opposizioni politiche. Nell’acceso dibattito che è scaturito in seguito alle dichiarazioni di Salvini, è emersa l’opinione di molti commentatori secondo cui la misura non avrebbe alcuna utilità pubblica, se non quella di agevolare chi commette abusi edilizi contravvenendo alle norme.

D’altra parte, un altro gruppo di politici sostiene che simili condoni fiscali, se limitati a difformità minime, siano in realtà un beneficio per le finanze statali. Alcuni membri dell’opposizione, hanno invece definito la proposta del ministro “criminogena”. Anche diversi rappresentanti della maggioranza si sono allontanati dalla linea espressa dalla Lega dicendosi più propensi a lavorare sul tema della rigenerazione urbana, adottando una strategia a lungo termine.

Insomma, la proposta sembrerebbe ancora lontana da una possibile attuazione futura in un clima politico così teso e traballante sulla questione dell’abusivismo edilizio.

Condono edilizio per il 2024: cosa aspettarsi

Il condono edilizio 2024 ha prodotto, naturalmente, molta curiosità in merito. Ci si domanda quali saranno i requisiti per ottenerlo e quali norme saranno previste. È necessario quindi muoversi per tempo, tenendosi sempre aggiornati sulla normativa e sulle procedure individuate dal legislatore per sanare gli eventuali abusi edilizi.

La consulenza con un professionista del settore si rivela fondamentale per regolarizzare la propria posizione e anche per evitare possibili irregolarità in futuro, agendo in favore di uno sviluppo urbanistico sostenibile e rispettoso di regole e ambiente.

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