Abusivismo edilizio in Italia: i dati e quando è considerato reato

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Cos’è l’abusivismo edilizio?

Si parla di abuso edilizio quando viene eseguito un intervento edilizio senza il permesso di costruire o senza una dichiarazione che attesta l’inizio dell’attività. In Italia esiste una banca dati nazionale che è possibile consultare per conoscere la situazione delle case abusive in tutto il territorio. La normativa di riferimento prevede procedure di sanatoria edilizia, sanzioni e condono edilizio. Vediamo in dettaglio quali sono i rischi che si corrono in caso di denuncia per abusivismo edilizio e cosa si intende per condono.

Cosa si rischia in caso di abusivismo edilizio?

L’art. 29 del Testo Unico Edilizia afferma che la responsabilità dell’opera spetta al titolare del permesso di costruire, al committente e al costruttore. L’abuso edilizio è sempre considerato reato e quando si verifica si possono avere due conseguenze:

  1. si può richiedere la demolizione delle case abusive;
  2. è possibile andare incontro a una condanna penale.

La sentenza deve intervenire entro i 5 anni da quando ha inizio il procedimento. In caso contrario gli abusi edilizi vanno in prescrizione.

L’art. 44 del Testo Unico prevede l’applicazione di specifiche sanzioni:

  • ammenda fino a 10.329 euro, in caso di inosservanza delle norme, delle prescrizioni e delle modalità esecutive previste dalla legge;
  • arresto fino a due anni e ammenda da 5.164 a 51.645 euro se i lavori sono stati eseguiti in totale difformità o in assenza dei permessi previsti, oppure nel caso in cui venga violato l’ordine di sospensione dei lavori;
  • arresto fino a due anni e ammenda da 15.493 a 51.646 euro in caso di lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio e per gli interventi edilizi in zone sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale in totale difformità o assenza di permesso.

Quando un abuso edilizio è considerato un reato penale?

Un intervento edilizio che ha inizio senza le autorizzazioni amministrative previste è un considerato un abuso edilizio ed è sanzionabile anche penalmente. Molto spesso, il problema non è solo quello di individuare quale tipo di autorizzazione richiedere, ma anche comprendere se è necessaria un’autorizzazione. Per questo motivo la responsabilità può ricadere non solo sul committente ma anche sui professionisti a cui si affida per la realizzazione dell’intervento.

I dati sull’abusivismo edilizio in Italia

Secondo i dati ISTAT il fenomeno delle case abusive è in calo nel 2021, ma è ancora una realtà piuttosto presente con una maggiore diffusione al Sud, circa dieci volte superiore rispetto al Nord. Avere dati precisi su questo fenomeno non è semplice ma nel corso del tempo possiamo notare una maggiore sensibilità e una propensione verso un atteggiamento nel rispetto della normativa e del territorio italiano.

Le sanatorie e i condoni

In caso di abusi edilizi è necessario correre ai ripari e garantire la conformità dell’edificio. La normativa mette a disposizione del cittadino due possibili soluzioni: la sanatoria e il condono. Che differenza c’è? Il condono edilizio è più complesso e difficile da ottenere in quanto deve essere concesso dal Parlamento con una legge particolare e a tempo determinato, la sanatoria invece, consiste nel pagamento di una sanzione amministrativa che una volta versata permette di eliminare la difformità rispetto alla normativa vigente. Esistono poi degli abusi edilizi non sanabili che, nonostante violino le norme urbanistiche ed edilizie, non possono essere corretti attraverso la presentazione di una domanda per l’ottenimento del permesso di costruire, ma devono essere rimossi o demoliti. Si tratta quindi di interventi che non possono più essere regolarizzati, ma solo eliminati, come ad esempio nel caso di edifici costruiti in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico.

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