Tre proposte per una riforma della gestione separata Inps

La rete delle professioni tecniche lancia una proposta nazionale per procedere alla riforma della gestione separata Inps.

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Una riforma della gestione separata. La rete delle professioni tecniche che rappresenta circa 600mila professionisti tecnici italiani, in occasione di un’audizione tenutasi presso l’XI Commissione della Camera, ha sottoposto alla discussione delle parti presenti alcune proposte indirizzate a modificare e innovare, in termini più “utili” ai professionisti italiani, la gestione separata Inps.

“E’ necessario un intervento normativo che modifichi la legge istitutiva della Gestione Separata Inps e risolva le attuali anomalie” ha affermato il presidente Zambrano nel corso dell’audizione tenutasi martedì 26 ottobre alla camera dei deputati “come rete delle professioni tecniche abbiamo elaborato tre proposte concrete per la riforma della Gestione Separata che se correttamente applicate potranno portare ad un alleggerimento fiscale – contributivo nei confronti dei professionisti tecnici italiani”.

La proposta di riforma delle Rete delle professioni Tecniche arriva proprio in un periodo di relativa calma sul fronte delle diatribe sul sistema pensionistico delle professioni tecniche.

“L’analisi delle risoluzioni Ciprini, Gribaudo, Prataviera e Rizzetto” ha proseguito nell’analisi Armando Zambrano, Coordinatore della Rete e Presidente del CNI “fa emergere chiaramente come le aliquote contributive cui sono sottoposti i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata Inps siano superiori a quelle previste dalle gestioni previdenziali dei professionisti, a fronte di un livello di tutela previdenziale particolarmente scarso”.

Secondo la Rete risulterebbe quindi necessario un intervento normativo che possa modificare la legge istitutiva della Gestione Separata.

Ma quali sono le tre proposte della Rete per poter attuare una riforma della gestione separata ?

  • la prima proposta della Rete è relativa al riordino del sistema di attribuzione delle competenze tra Gestione Separata e Casse Professionali. Oggi infatti, gli iscritti agli Albi professionali che producono reddito da lavoro autonomo devono risultare iscritti alle gestione obbligatoria presso la Cassa professionale di appartenenza. Fanno eccezione gli iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, la cui seconda contribuzione relativa all’attività autonoma finisce all’interno della Gestione Separata. Tuttavia, poiché alcune Casse prevedono la possibilità di iscrizione anche per questi soggetti di versare i contributi relativi alla libera professione, se ne ricava che per i professionisti la Gestione Separata rappresenta una opzione residuale. Per questo motivo la Rete ha chiesto l’introduzione della possibilità, per quelle Casse professionali che ancora non lo consentono, di poter accogliere i contributi dei professionisti già iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Questa correzione consentirebbe di ottenere tre importanti risultati: equiparare il trattamento contributivo dei professionisti (che nella Gestione Separata è più alto mediamente di 10 punti rispetto a quello delle Casse professionali), semplificare il più possibile la gestione contributiva in capo ai professionisti e agevolare la richiesta e l’erogazione delle prestazioni previdenziali.

  • la seconda proposta mira ad offrire nuovamente alle professioni regolamentate che non ne siano dotate la possibilità di creare una propria Cassa di previdenza o di aderire ad una già esistente. Ciò consentirebbe di sanare alcune situazioni come quella dei Tecnologi Alimentari, il cui Ordine ha visto completare la propria fase costitutiva soltanto nel novembre 2002. Ma soprattutto darebbe la possibilità agli Enti di modificare, se lo desiderano, una scelta vecchia ormai di venti anni, adeguandola alla continua evoluzione del sistema previdenziale e pensionistico.

  • la terza e ultima proposta riguarda la “governance” della Gestione Separata Inps, caratterizzata dalla scarsa rappresentatività di collaboratori e professionisti. In particolare i professionisti tecnici italiani hanno proposto di modificare la composizione del comitato di amministrazione del fondo, in modo tale che 2 membri siano scelti in rappresentanza dei professionisti iscritti alla Gestione Separata.

Tre proposte che nelle intenzioni della Rete professionale italiana potrebbero davvero risolvere alcuni problemi legati all’astrusità del sistema pensionistico dei liberi professionisti italiani.

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