Cosa sono le linee vita anticaduta e quando sono obbligatorie?

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Nel campo dell’edilizia, capita spesso di dover eseguire lavori in quota, ossia a un’altezza superiore ai due metri, per esempio su tetti o coperture. Questo tipo di lavoro, se non adeguatamente gestito, può comportare gravi rischi di caduta per i lavoratori. Per ridurre tali pericoli e garantire la sicurezza degli operatori, il Decreto Legislativo 81/08, insieme a diverse norme tecniche del settore, ha introdotto sistemi anticaduta e dispositivi di protezione individuale e collettiva.

Tra questi sistemi di protezione spiccano le linee vita, progettate specificatamente per prevenire le cadute dall’alto consentendo comunque ai lavoratori una certa libertà di movimento. In questo articolo, risponderemo alle domande più comuni sulle linee vita, esplorando le loro caratteristiche, la normativa che le regola e le situazioni in cui sono obbligatorie.

Cosa sono le linee vita anticaduta?

Le linee vita anticaduta sono dispositivi di sicurezza fondamentali per chi lavora in quota, come gli operai che eseguono interventi sui tetti o su altre superfici elevate. Si tratta, in sostanza, di un sistema di ancoraggio installato sulla copertura di un edificio.

I componenti principali di una linea vita anticaduta includono:

  • ancoraggi verticali per linea flessibile, da fissare a seconda del tipo di copertura, sulla trave di colmo, sulle falde del tetto o sul pacchetto isolante;
  • dissipatore di energia tra la linea vita e l’imbracatura, che serve a frenare e rallentare la velocità di caduta;
  • punti di ancoraggio sotto-tegola per creare percorsi di risalita dall’accesso alla copertura fino alla linea vita principale; particolarmente indicati per edifici storici poiché risultano poco visibili.

Le linee vita possono essere permanenti, per dare supporto anche nei successivi interventi di manutenzione, o temporanee, quando vengono smontate subito dopo i lavori.

Il calcolo delle linee vita deve essere eseguito da professionisti qualificati, tenendo conto delle specifiche esigenze del sito di lavoro e delle normative vigenti. Questa operazione include la valutazione dei punti di ancoraggio, della resistenza dei materiali ma anche delle condizioni ambientali.

La normativa sulle linee vita

I professionisti della sicurezza sul lavoro sanno bene che la normativa italiana di riferimento, in particolare per i sistemi anticaduta e le linee vita, è molto rigorosa. Le linee vita vengono regolamentate dal Decreto Legislativo 81/2008, in modo specifico all’interno di due articoli.

  • Articolo 111, comma 5: attribuisce ai datori di lavoro la responsabilità di installare dispositivi di protezione collettiva anticaduta adeguati alla situazione di rischio individuata.
  • Articolo 115: specifica che, se non è possibile implementare le misure collettive previste dall’art. 111, ai lavoratori devono essere forniti idonei DPI, tra cui rientrano le linee vita.

Oltre al T.U. per la Sicurezza, è necessario rispettare altre norme tecniche di settore che definiscono i requisiti per i singoli componenti delle linee vita. Le normative più frequentemente citate in relazione alle linee vita sono la UNI EN 795:2012 e la UNI 11578:2015, ma il quadro normativo completo è molto più ampio. Ecco alcuni degli standard previsti.

  • UNI 11578:2015: per i dispositivi di ancoraggio destinati all’installazione permanente, che individua i requisiti e i metodi di prova.
  • UNI EN 795:1996: per la protezione contro le cadute dall’alto e i dispositivi di ancoraggio.
  • EN 795:2012: su DPI e dispositivi di ancoraggio.
  • UNI CEN/TS 16415: riguarda i dispositivi individuali per la protezione contro le cadute e quelli di ancoraggio.
  • UNI EN 516: su installazioni per l’accesso al tetto, passerelle, piani di camminamento e scalini posapiede.
  • UNI EN 517: sui ganci di sicurezza per tetti.

Queste normative stabiliscono i criteri base per progettare e installare una linea vita, ma anche per utilizzare in modo corretto i sistemi di ancoraggio e i ponteggi anticaduta. È fondamentale, però, che i lavoratori siano adeguatamente formati all’uso di questi essenziali dispositivi anticaduta.

Tipi di linee vita

Le diverse categorie di linee vita sono definite dalla norma tecnica UNI EN 795, che specifica le caratteristiche e i requisiti per ciascuna in base al materiale, alla rigidità o flessibilità e alla permanenza. Abbiamo così 5 tipologie di linee vita:

  • Tipo A: comprendono uno o più punti di ancoraggio fissi che necessitano di un collegamento strutturale o di un elemento di fissaggio per essere attaccati alla struttura. Sono principalmente utilizzate per effetti pendolo o come punti di accesso alla linea principale.
  • Tipo B: si tratta di una linea vita temporanea, rimovibile dopo l’uso; esempi comuni sono le gruette, i tripodi e i punti di ancoraggio portatili, quindi classificati tra i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).
  • Tipo C: usano una linea di ancoraggio flessibile che può inclinarsi fino a 15 gradi, tra gli ancoraggi di estremità e quelli intermedi. Questa soluzione offre maggiore ergonomia, permettendo all’operatore di muoversi su lunghe distanze senza necessità di sganciarsi.
  • Tipo D: impiegano una linea di ancoraggio rigida che può inclinarsi fino a 15 gradi, solitamente tramite un binario su cui scorre un carrello che funge da punto di ancoraggio mobile. Anche questo tipo offre un’elevata ergonomia, consentendo all’operatore di spostarsi su lunghe distanze senza mai staccarsi.
  • Tipo E: sono ancoraggi a corpo morto basati sulla massa e sulla frizione tra il dispositivo e la superficie di ancoraggio. Non richiedono un collegamento strutturale o elementi di fissaggio permanenti.

La linea vita è obbligatoria?

L’installazione di una linea vita diventa un obbligo imprescindibile quando si svolgono lavori in quota, ossia a un’altezza superiore a 2 metri rispetto a una superficie stabile. Parliamo dunque, non solo di linee vita sul tetto per la sua manutenzione, ma anche di lavori di pulizia delle facciate e d’installazione di pannelli solari.

L’obbligo, però, è regolamentato anche da normative regionali, che possono presentare leggere variazioni nell’ambito di applicazione. Pertanto, è essenziale verificare le disposizioni della regione in cui si opera prima di procedere con l’installazione di qualsiasi protezione anticaduta dai tetti.

Dove sono obbligatorie le linee vita?

Le linee vita sul tetto sono obbligatorie in numerosi contesti, specialmente quando si tratta di edifici pubblici o ad uso lavorativo. Tuttavia, anche in ambito residenziale, la normativa può prevedere l’obbligo di installare sistemi di protezione anticaduta per garantire la sicurezza durante le operazioni di manutenzione. Spesso è previsto l’uso di droni in edilizia per verificare in modo rapido la presenza della linea vita e delle sue condizioni, evitando così di incaricare un operaio del controllo in quota.

Per quanto riguarda le disposizioni locali, le regioni italiane dove la linea vita è obbligatoria sono:

  • Campania
  • Emilia-Romagna
  • Friuli-Venezia Giulia
  • Liguria
  • Lombardia
  • Marche
  • Piemonte
  • Provincia Autonoma di Trento
  • Sicilia
  • Toscana
  • Umbria
  • Veneto

Queste normative sono state elaborate per rispondere alle specifiche esigenze e condizioni di ciascuna area geografica.

I professionisti coinvolti

Per garantire la corretta installazione e manutenzione delle linee vita anticaduta, sono tante le figure professionali coinvolte, tra cui:

  • coordinatori della sicurezza: responsabili della supervisione delle misure di sicurezza nei cantieri;
  • tecnici specializzati: esperti nella progettazione e installazione dei sistemi anticaduta, per esempio architetti, geometri o ingegneri.
  • formatori: incaricati di addestrare i lavoratori all’uso sicuro delle linee vita.

La formazione continua, infatti, è essenziale per mantenere alti standard di sicurezza. Se lavori in questo settore, Unione Professionisti ti mette a disposizione due opportunità di formazione indispensabili per rimanere aggiornati sulla normativa:

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