Comunità energetiche rinnovabili: cosa sono e come funzionano

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Le comunità energetiche rinnovabili stanno rivoluzionando il modo in cui produciamo e consumiamo energia. Quando parliamo di comunità energetica rinnovabile, infatti, ci riferiamo a una collaborazione di diversi soggetti privati e/o pubblici che decidono di produrre e utilizzare insieme energia elettrica rinnovabile.

Le comunità energetiche sono quindi una valida alternativa per ridurre l’impatto ambientale sia a livello individuale che collettivo, per diminuire i costi delle bollette e per promuovere lo sviluppo di reti energetiche sostenibili. I professionisti del settore energetico, possono contribuire attivamente alla transizione energetica tramite la conoscenze di queste tecniche di gestione sostenibile dell’energia.

Vediamo insieme cosa sono le comunità energetiche rinnovabili, come funzionano e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di partecipare a una CER.

Cosa sono le comunità energetiche rinnovabili

Le comunità energetiche rinnovabili (CER) sono entità giuridiche composte da cittadini privati, aziende, enti pubblici locali e piccole e medie imprese (PMI) che collaborano per condividere l’energia prodotta localmente da impianti di energia rinnovabile. Introdotte in Italia dalla normativa del Decreto Milleproroghe 162/2019 e ulteriormente sviluppate dal Decreto Legislativo 199/21, le CER mirano a promuovere l’autoconsumo diffuso e sono un tassello fondamentale per una migliore efficienza energetica in Italia.

Il contesto normativo

Le CER sono regolate da una serie di leggi che ne definiscono le modalità operative, di formazione e di gestione. Come già accennato, il decreto per le comunità energetiche rinnovabili, ovvero la norma che ha segnato l’arrivo delle CER, è proprio il Decreto Milleproroghe 162/2019.

Ma il quadro normativo è articolato e mira a promuovere l’uso di energia da fonti rinnovabili attraverso diverse misure e incentivi. Ecco una lista dei principali riferimenti normativi sulle comunità energetiche.

  • Direttiva Europea RED II: la direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (2018) prevede il sostegno finanziario per la produzione e l’autoconsumo di energia rinnovabile, riconoscendo ai cittadini europei il diritto di costituire e aderire a comunità energetiche. L’obiettivo è creare un mercato energetico sostenibile, che produca effetti concreti sul profilo della tutela ambientale, ma anche benefici sociali, sanitari ed economici.
  • Decreto Milleproroghe 162/2019: l’articolo 42-bis rappresenta, di fatto, la normativa italiana per le comunità energetiche rinnovabili. Convertito con la Legge n. 8/2020, questo decreto regola la costituzione e il funzionamento delle CER.
  • Delibera ARERA 318/2020/R/eel: si tratta di un provvedimento attuativo del Decreto Milleproroghe, che specifica le Regole Tecniche di accesso al servizio di energia elettrica condivisa.
  • DM 16 settembre 2020 del MiSE: ulteriore regolamento attuativo che disciplina gli incentivi per la produzione e condivisione di energia rinnovabile nelle CER.
  • Decreto Legislativo 199/2021: attua la Direttiva Europea RED II in Italia, promuovendo l’uso di energia da fonti rinnovabili e stabilendo i criteri per la definizione delle CER. La norma, inoltre, ha reso meno stringenti i requisiti per il dimensionamento e l’allacciamento degli impianti di produzione, permettendo una potenza complessiva fino a 1 MW.
  • Delibera 727/2022/R/eel: introduce il “Testo Integrato Autoconsumo Diffuso” (TIAD), che delinea il nuovo quadro regolatorio per le comunità energetiche.
  • Decreto MASE n. 414 del 07/12/2023: il decreto, intitolato «Individuazione di una tariffa incentivante per impianti a fonti rinnovabili inseriti in comunità energetiche rinnovabili e nelle configurazioni di autoconsumo singolo a distanza e collettivo, in attuazione del decreto legislativo 8 novembre 2021, n.199 e in attuazione della misura appartenente alla Missione 2, Componente del 2, Investimento 1.2 del PNRR» e pubblicato il 23 gennaio 2024, incoraggia la nascita e lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia.

Vediamo adesso chi può far parte di una comunità energetica e come funziona concretamente.

Come funzionano le comunità energetiche rinnovabili

Le CER funzionano attraverso la collaborazione di diversi membri, che possono essere consumatori passivi (consumer), produttori (producer) o prosumer, ossia i consumatori che sono titolari di un impianto produttivo finalizzato all’autoconsumo. I prosumer e i produttori possono condividere l’energia elettrica generata con l’intera comunità, permettendo così di ridurre i costi energetici e le emissioni inquinanti.

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) calcolerà l’energia elettrica condivisa e autoconsumata dalla comunità energetica basandosi sulle misurazioni fornite dal distributore.

L’autoconsumo collettivo è uno degli obiettivi primari delle CER. Gli impianti di produzione, come quelli fotovoltaici, sono installati in prossimità dei consumatori, riducendo le perdite di trasmissione e migliorando l’efficienza energetica. La normativa non specifica quale tecnologia rinnovabile debba essere utilizzata, ma il fotovoltaico è sicuramente quella che permette di sfruttare al meglio i vantaggi previsti dal provvedimento.

Una volta operativo l’impianto, la comunità può richiedere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), anche tramite un’azienda esterna delegata. Se la produzione di energia supera il consumo, la comunità riceve un compenso economico per l’energia in eccesso, senza ulteriori incentivi. Questa energia in surplus può essere anche immagazzinata in sistemi di accumulo per un uso successivo, per esempio durante la notte (nel caso di impianti solari).

Le recenti normative richiedono che l’impianto soggetto a incentivi sia di nuova costruzione, con una potenza complessiva non superiore a 1 MW, e connesso alla rete elettrica attraverso la stessa cabina primaria. Questa cabina deve servire circa tre o quattro comuni, oppure due o tre quartieri di una grande città, comprendendo tutti i membri della comunità energetica. Gli impianti rinnovabili costituiti prima del 15 dicembre 2021 possono essere inclusi, purché non superino il 30% della potenza complessiva della comunità.

Vantaggi delle comunità energetiche rinnovabili

Le CER offrono numerosi vantaggi ai propri membri e alla collettività in generale.

Benefici economici

Partecipare a una CER permette di ridurre significativamente i costi energetici grazie all’autoconsumo e agli incentivi statali per l’energia condivisa. Inoltre, i membri possono beneficiare di detrazioni fiscali e di tariffe speciali per l’energia prodotta tramite gli impianti da fonti rinnovabili.

Benefici ambientali

Le CER contribuiscono alla riduzione delle emissioni di CO2 e alla diminuzione dell’uso di fonti fossili, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile, in cui la produzione di energia rinnovabile e l’autoconsumo collettivo diminuiscono l’impatto ambientale delle attività umane.

Benefici sociali

Le comunità energetiche producono una maggiore consapevolezza sull’uso delle risorse energetiche e incoraggiano uno stile di vita sostenibile. Inoltre, sono fondamentali per contrastare la povertà energetica, offrendo soluzioni accessibili e sostenibili economicamente per i membri che ne fanno parte.

Come si forma una comunità energetica

Per costituire una CER, è necessario verificare che i punti di connessione ricadano all’interno della stessa area convenzionale e che gli impianti di produzione rispettino i requisiti imposti dalla normativa. Gli impianti, infatti, devono essere alimentati da fonti rinnovabili e avere una potenza fino a 1 MW.

Una volta verificati i requisiti, i soggetti interessati devono presentare istanza al GSE tramite il Referente della comunità. Il GSE verifica i requisiti e stipula un contratto con il Referente per l’attivazione dell’energia elettrica condivisa.

In Italia, stanno emergendo numerosi esempi di comunità energetiche che dimostrano il potenziale di queste iniziative. Una forma che sta ottenendo molto successo, è quella delle comunità energetiche in condominio che permettono ai residenti di condividere l’energia prodotta da impianti fotovoltaici installati sui tetti degli edifici, producendo energia pulita e abbassando allo stesso tempo il costo delle bollette.

Svantaggi delle comunità energetiche

Nonostante i numerosi vantaggi, le CER presentano alcuni punti deboli. Prima di tutto, gestione e manutenzione degli impianti possono essere complesse e costose. Inoltre, è necessario avere un ottimo coordinamento tra i membri della comunità. Altro aspetto da non trascurare, è la continua evoluzione normativa, che può creare incertezze e richiedere aggiornamenti costanti.

Considerato il costo elevato di un impianto energetico rinnovabile, è molto improbabile che i membri di una nuova comunità energetica abbiano i fondi necessari per autofinanziarsi. Le soluzioni più comuni includono il convenzionamento con il Comune o altri enti territoriali, così come l’accesso a finanziamenti statali agevolati o accordi con soggetti privati.

Conclusione

Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano una soluzione innovativa e sostenibile per la produzione e il consumo di energia. Ecco perché conviene investire in progetti di autoconsumo diffuso e partecipare a una CER: i benefici economici, ambientali e sociali ad essa collegati sono assolutamente da non sottovalutare.

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