Cos’è l’agrivoltaico e come funziona: vantaggi e svantaggi

Corso Progettazione Impianti Fotovoltaici
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Combinare l’uso di pannelli solari all’agricoltura è possibile? L’agrivoltaico fa proprio questo: diminuire il consumo di suolo del fotovoltaico facendo incontrare la produzione di energia rinnovabile solare con le attività agricole. Ecco, dunque, che agricoltura e fotovoltaico si uniscono all’insegna della tutela ambientale, dando vita a una delle soluzioni più innovative nel campo dell’agricoltura sostenibile.

Il 2024 si preannuncia come un anno cruciale per lo sviluppo dell’agrivoltaico in Italia. Grazie ai finanziamenti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e alle nuove linee guida, sempre più aziende agricole stanno considerando l’installazione di impianti fotovoltaici sui loro terreni. Ma cosa rende l’agrivoltaico così innovativo e vantaggioso? Scopriamolo insieme.

Cos’è l’agrivoltaico

L’agrivoltaico, o agrifotovoltaico, è un sistema che integra la produzione di energia solare fotovoltaica con l’agricoltura. Questo approccio consente di installare impianti fotovoltaici a terra senza compromettere l’uso agricolo del terreno. Gli impianti agrivoltaici possono essere di due tipi principali:

  • sistemi elevati da terra, che consentono un maggiore utilizzo del terreno sottostante, grazie a strutture alte tra 2,2 e 5 metri e un distanziamento interfilare medio di 6 metri, adattabile alla destinazione agricola o zootecnica del terreno;
  • sistemi interfilari a livello del suolo, che permettono la coesistenza con le colture agricole, alternando moduli fotovoltaici disposti in interfile a zone dedicate alla coltivazione.

Come funziona l’agrivoltaico

Come abbiamo visto, l’agrivoltaico integra l’installazione di pannelli solari con le coltivazioni agricole o con l’allevamento all’interno di uno stesso terreno, posizionando i pannelli in modo da non ostacolare le attività agro-pastorali.

Un impianto agrovoltaico, infatti, viene progettato per massimizzare l’efficienza sia nella produzione di energia sia nella resa agricola. I pannelli solari vengono installati a un’altezza che permette il passaggio di macchinari agricoli e la coltivazione di diverse colture. In particolare, questa tipologia di configurazione può essere estremamente vantaggiosa per le piante che necessitano di ombra, riducendo lo stress termico al suolo e l’evaporazione dell’acqua.

Benefici dell’agrivoltaico

Ma quali sono i vantaggi di avere degli impianti fotovoltaici su terreno agricolo? Vediamoli insieme.

Benefici ambientali ed economici

L’agrivoltaico offre numerosi vantaggi ambientali. Innanzitutto, contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra, essendo una fonte di energia pulita. Inoltre, l’ombreggiatura fornita dai pannelli solari può migliorare il microclima del terreno, favorendo la crescita delle colture e riducendo il fabbisogno idrico.

Dal punto di vista economico, l’agrivoltaico rappresenta un’opportunità per diversificare le fonti di reddito delle aziende agricole. Oltre ai benefici derivanti dall’autoconsumo di energia, gli agricoltori possono vendere l’energia in eccesso, aumentando così la loro competitività. Secondo alcune stime, il guadagno derivante dall’affitto dei terreni per impianti agrivoltaici può variare tra i 2500 e i 3000 euro per ettaro all’anno.

Incentivi per lo sviluppo agrivoltaico

Il PNRR prevede significativi incentivi per lo sviluppo di impianti agrivoltaici. Le aziende agricole che installano impianti fotovoltaici a terra possono accedere a contributi in conto capitale fino al 40% dei costi ammissibili e a tariffe incentivanti per l’energia prodotta. L’obiettivo del governo è quello di installare 1,04 GW di impianti entro il 2026. Queste agevolazioni sono destinate, naturalmente, a progetti conformi alle linee guida ministeriali o che adottano soluzioni innovative, come l’agrovoltaico verticale e l’utilizzo di moduli ad alta efficienza.

Svantaggi dell’agrivoltaico

Nonostante i numerosi vantaggi, l’agrivoltaico presenta anche alcune sfide, tra cui la competizione per l’uso del suolo, specialmente in quei territori in cui la disponibilità di terreno agricolo è bassa. Sono molti, infatti, a sostenere che gli impianti fotovoltaici debbano essere installati prima in zone già urbanizzate, come nei tetti di palazzi e abitazioni, evitando di occupare campi agricoli. Inoltre, i costi iniziali di installazione possono essere elevati, così come la manutenzione degli impianti, che richiede competenze specifiche.

È importante quindi che ogni progetto venga valutato attentamente per minimizzare questi impatti e garantire un’armoniosa convivenza tra agricoltura e fotovoltaico.

Colture adatte all’agrivoltaico in Italia

Le colture che traggono maggior beneficio dall’agrivoltaico sono quelle che richiedono parziale ombreggiatura. Tra queste, le più adatte includono patate, luppolo, lattuga, spinaci, fave, more, lamponi e fragole. Queste piante possono essere coltivate in modo proficuo sotto i pannelli solari: beneficiando del microclima favorevole creato dagli impianti possono, infatti, avere una maggiore resa quantitativa.

Agrivoltaico e comunità energetiche

Dal 24 gennaio è in vigore il decreto sulle comunità energetiche rinnovabili (CER), emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per promuovere la creazione e lo sviluppo dell’autoconsumo in tutta Italia. Questa normativa vuole stimolare la nascita di progetti che integrano comunità energetiche e agrivoltaico, rafforzando un approccio collaborativo alla produzione e distribuzione dell’energia e coinvolgendo anche le imprese agricole tra i produttori.

L’unione di queste due iniziative può contribuire a creare comunità resilienti, autonome e consapevoli dal punto di vista energetico, portando il nostro paese nella virtuosa strada della transizione energetica.

Conclusioni

L’agrivoltaico rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile per combinare la produzione di energia solare con l’agricoltura. Sebbene presenti alcune sfide importanti, i benefici in termini ambientali, economici e sociali sono significativi.

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