Stalking condominiale: cos’è e il ruolo dell’amministratore

Corso Amministratore di Condominio
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Cos’è lo stalking condominiale

Lo stalking condominiale è un reato commesso da chi attua comportamenti molesti e persecutori nei confronti dei vicini di casa, tanto da scaturire un grave stato di ansia, frustrazione e paura per sé o per i propri familiari e da costringerli a cambiare le proprie abitudini di vita.

Oggi il reato di stalking (rectius atti persecutori) di cui all’art. 612-bis c.p., nella sua accezione generale, è entrato a far parte del bagaglio conoscitivo anche da parte di chi non ha particolari conoscenze in materia. Al contrario invece, la figura dello stalking condominiale è ancora in fase di assorbimento. In realtà va precisato che non si tratta di un’ipotesi speciale che può essere definita dal legislatore ma di una particolare applicazione giurisprudenziale della figura criminosa, legislativamente disciplinata.

Un esempio di stalking condominiale

Nel 2018, un promoter finanziario è stato condannato per stalking condominiale ad un anno di reclusione dal tribunale di Firenze, per aver trasformato in un inferno la vita dei vicini di casa. Si è trattato della prima sentenza di condanna a Firenze per il reato di atti persecutori nei confronti dei vicini.

La vicenda ha avuto inizio nel 2013, quando una coppia di sposi, dopo qualche lavoro di ristrutturazione, si trasferisce nella villa che confina con quella del promotore finanziario. I tre hanno in comune un cortile di 300 metri quadrati. I nuovi arrivati non sanno che il vicino da sempre aspira a diventare unico proprietario di quel pezzo di terra che già il vecchio proprietario si era rifiutato di vendergli. In un primo momento si dimostra gentile e rinnova l’offerta di acquisto ai due giovani.

Al nuovo diniego da parte della copia, l’uomo cambia atteggiamento. La mattina e la sera, secondo l’accusa, sbucava da dietro le siepi per intimidire i vicini. Più volte ha minacciato di voler compiere gravi atti di violenza e una volta, così come ripreso dalle telecamere di videosorveglianza, ha lanciato un sasso contro il marito. Sebbene la Procura abbia chiesto per lui una misura cautelare, le angherie e i dispetti non finiscono. Si è resa necessaria dunque la sentenza di condanna ad un anno.

I possibili atti persecutori in condominio

Quali sono gli atti persecutori in condominio che possono essere denunciati? Possiamo racchiudere gli atti di stalking in condominio in:

  • atti che mettono a repentaglio l’incolumità dei vicini come ad esempio gettare liquidi scivolosi sugli usci;
  • condotte fastidiose come ad esempio tenere televisori e stereo a volume alto in piena notte;
  • azioni compiute con lo scopo di intimidire il vicinato come ad esempio avvelenare animali domestici;
  • comportamenti ritenuti contrari alla convivenza civile come ad esempio lasciare sporcizia sul pianerottolo.

Questo elenco non è esaustivo ma ci consente di avere un’idea di massima dei comportamenti seriali che possono essere catalogati come atti di stalking condominiale. È importante saper distinguere situazioni di liti condominiali da situazioni che possono essere considerate reato al fine di individuare la modalità più corretta per trovare una soluzione adeguata. Questo rientra anche tra i compiti dell’amministratore di condominio.

Come difendersi in caso di stalking condominiale

Per prima cosa occorre differenziare i casi in cui i comportamenti persecutori sono reciproci da quelli in cui solo una delle due parti compie atti di stalking mentre l’altra parte li subisce. Nel primo caso è possibile risolverli per mezzo dell’amministratore che svolge il compito di mediatore.

Nel secondo caso invece, se i comportamenti persecutori sono unilaterali, è possibile configurare il reato di stalking e per difendersi si può procedere come prima cosa chiedendo al diretto interessato di porre fine al suo atteggiamento. In alternativa, una prima via che è possibile percorrere è quella di presentare una richiesta di ammonimento al Questore, che fa da tramite dell’autorità di pubblica sicurezza (ex art. 8 D.L. 23 febbraio 2009, n. 11, convertito con modificazioni in legge 23 aprile 2009, n. 38). Se la richiesta risulta fondata, il Questore può emettere un decreto di ammonimento orale, evitando il processo penale. La querela è il livello di tutela più alto e può essere sporta entro sei mesi dal verificarsi dei fatti incriminati.

Le prove

In genere le prove richieste dal Tribunale, per procedere con una querela, sono testimonianze scritte, orali, filmati o registrazioni che consentano di attestare la condotta reiterata del presunto stalker. Qualora venga accertata la responsabilità penale, il Tribunale può emettere un’ordinanza restrittiva che comporta per lo stalker l’abbandono della propria abitazione e il divieto ad avvicinarsi a meno di 500 metri dal condominio per un certo periodo di tempo.

Il ruolo dell’amministratore di condominio

La figura dell’amministratore è essenziale in questi casi poiché può fornire il giusto supporto ai condomini che subiscono atti persecutori. In genere, quando si segue il Corso di amministratore di condominio si affrontano queste dinamiche per riporre l’attenzione su come gestire correttamente i conflitti interni e garantire la sicurezza di tutti i condomini.

Oltre a fare da mediatore tra vicini di casa che hanno comportamenti scorretti reciprocamente, l’amministratore è indispensabile nei casi in cui sia solo un condomino a compiere atti persecutori nei confronti di uno o più persone.

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