Sicurezza sul lavoro e COVID-19: i protocolli della fase 2

Sicurezza sul lavoro ai tempi del Covid: cosa c’è da sapere
In seguito all’inizio della cosiddetta Fase 2 il Governo ha emanato nuove norme riguardo per assicurare la sicurezza sul posto di lavoro e, in particolare, per prevenire il rischio di contagio del Covid -19 tra cui i Criteri per Protocolli di settore, elaborati dal Comitato tecnico-scientifico in data 15 maggio 2020, contenuti nell’Allegato 10 al DPCM 17 maggio 2020.
Modalità di ingresso e uscita dei lavoratori in azienda
Ad ogni lavoratore, prima dell’ingresso in azienda, verrà controllata la temperatura corporea. Se questa sarà inferiore a 37,5° allora potrà entrare, altrimenti sarà momentaneamente messo in isolamento e gli sarà fornita la mascherina.
Il lavoratore dovrà poi contattare il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni.
Chiunque abbia avuto contatto con soggetti risultati positivi al COVID-19 o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni dell’OMS non potrà entrare in azienda.
Modalità di accesso in azienda di fornitori e visitatori
Bisogna limitare l’accesso a fornitori, autisti di eventuali carichi e visitatori:
- gli autisti dovranno rimanere sui loro mezzi, non entrare in ufficio e tenere la distanza di un metro durante le operazioni di carico e scarico
- per i fornitori dovranno essere predisposti accessi diversi, servizi igienici dedicati
- i visitatori, qualora avessero necessità di entrare dovranno rispettare le regole aziendali.
In generale bisognerà organizzare gli ingressi su turni diversi in modo da evitare affollamenti all’ingresso/uscita dall’azienda.
La sanificazione del luogo di lavoro
L’azienda deve garantire la pulizia giornaliera di tastiere, schermi touch, mouse, con adeguati detergenti, in uffici e reparti produttivi, oltre che la pulizia periodica e la ventilazione degli ambienti.
Se fosse presente una persona con COVID-19 bisognerà seguire le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute.
Prevenzione igienica e dispositivi di protezione individuale
I detergenti devono essere facilmente accessibili e tutti devono seguire le precauzioni igieniche come lavarsi spesso le mani.
Nei luoghi di lavoro in cui non sia possibile mantenere la distanza di un metro bisognerà usare mascherine e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.
Modalità di gestione degli spazi comuni
Negli spazi comuni – mensa, spogliatoi, distributori automatici) bisognerà ridurre i tempi di sosta e tenere la distanza di un metro, oltre che entrare su turni.
Gli ambienti e le tastiere dei distributori devono essere sanificati periodicamente. Bisognerà provvedere spesso alla ventilazione.
Come organizzare il lavoro
L’azienda deve informare tutti i lavoratori, e chiunque entri in azienda, riguardo alle nuove sulle disposizioni tramite depliants informativi ben visibili in cui spiega che:
- chi presenta una febbre oltre 37.5 ha l’obbligo di rimanere al proprio domicilio e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria
- chi risulta avere la febbre o essere entrato in contatto con chi ha contratto il virus nei 14 giorni precedenti, all’ingresso deve darne comunicazione
- tutti devono impegnarsi a rispettare le distanze di sicurezza e le regole di igiene
- tutti devono informare per tempo il datore di lavoro di eventuali sintomi influenzali e mantenere le adeguate distanze se ci sono altre persone nello stesso ambiente di lavoro.
La sorveglianza sanitaria e il ruolo del medico
Al rientro in azienda il medico competente identifica i soggetti più fragili e aiuta il reinserimento dei soggetti che hanno contratto il COVID-19.
Nelle aziende, bisogna formare un Comitato per applicare e verificare le regole del protocollo governativo.
Il medico competente, il datore di lavoro e il RLS – Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza – o il RLST – Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale – collaborano e segnalano all’azienda eventuali situazioni di fragilità e patologie attuali o pregresse dei dipendenti e per provvedere nella tutela della privacy.
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