Regime dei minimi e legge di stabilità 2016: tutte le novità allo studio del Governo

Regime dei minimi e legge di stabilità 2016, ’innalzamento della soglia di fatturato e aliquota del 5% per i primi cinque anni di attività.

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Novità su regime dei minimi e legge di stabilità 2016. Il recente annuncio del Sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, sulla nuova configurazione del regime dei minimi allo studio del governo in previsione della legge di stabilità 2016, rappresenta sicuramente una buona notizia per tutti quei professionisti che nella stabilizzazione del regime dei minimi vedono una delle poche possibilità per favorire la nascita di nuove forme imprenditoriali.

Stando alle prima indiscrezioni giunte dai palazzi romani, con la nuova legge di stabilità si intende prevedere l’innalzamento della soglia di fatturato da 15mila a 30mila euro e l’applicazione di una aliquota del 5% per i primi cinque anni di attività delle startup.

Regime dei minimi e legge di stabilità 2016, il parere dei commercialisti e le critiche sulla precedente legge di stabilità.

L’Associazione Nazionale Commercialisti, che non ha mancato di evidenziare i limiti della riforma contenuta nella precedente legge di stabilità (la cui entrata in vigore è prevista per il primo gennaio 2016 ndr) accoglie con favore la volontà del governo di rimettere mano ad un provvedimento che colpisce i professionisti, escludendoli, di fatto, dalla possibilità di rientrare nel regime fiscale agevolato a partire dal 2016.

“Lo scorso anno, di questi tempi” ha affermato il Presidente dei commercialisti italiani Marco Cuchel “l’ANC denunciava come la riforma del regime dei minimi rappresentasse per molti professionisti una penalizzazione economica, in grado di determinare conseguenze tutt’altro che marginali. Sono tanti gli studi professionali, in particolar modo quelli piccoli e poco strutturati, che ancora oggi devono fare i conti con la precarietà e per loro la possibilità o meno di beneficiare del regime fiscale agevolato può fare la differenza”.

Su alcuni aspetti della riforma, soprattutto per quanto riguarda il regime dei minimi cosi come sarà forse inserito nella legge di stabilità 2016, si stanno aprendo evidentemente spiragli positivi.

Ma persiste un elemento, rispetto al quale l’ANC intende ribadire la sua ferma contrarietà; ed è l’introduzione della forfetizzazione dei costi, in forza della quale il reddito imponibile sarà determinato applicando un coefficiente di redditività differenziato a seconda della tipologia di attività.

Una soluzione questa che in Italia è stata già sperimentata e poi abbandonata, e il cui principio non è funzionale all’obiettivo generale, la cui priorità dovrebbe essere indiscussa, di disincentivare e contrastare comportamenti omissivi e reati fiscali.

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