Fondi edilizia residenziale pubblica e mancata intesa tra Mit e Regioni. Scontro aperto tra Ministero e Regioni

Per le -regioni- il ministro Toninelli si è reso responsabile di un atto senza precedenti: sui fondi edilizia residenziale pubblica è scontro aperto!

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“Sono giorni che vengo accusato a vanvera perché il mio ministero avrebbe tagliato fondi per l’Edilizia residenziale pubblica. E’ una fesseria: la cifra da assegnare, pari a 321 milioni complessivi, è rimasta intatta”. Lo afferma il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli in un post su Facebook, spiegando che “ciò che stiamo facendo è un’altra cosa: il Governo del cambiamento non consente più a nessuno di sprecare i soldi dei cittadini. Quei soldi devono servire a dare concretamente alloggi a chi ne ha bisogno.Iniziamo ad applicare, pur con gradualità, un criterio meritocratico che finora non è mai stato utilizzato. Non è una questione di Nord contro Sud come qualcuno ha detto”, puntualizza Toninelli, che aggiunge: “E ancora, non c’è stato, a differenza di quanto alcuni affermano, alcun accordo già ratificato nella Conferenza unificata in cui discutono lo Stato e le Regioni. L’intesa era preliminare e soltanto tra le Regioni”.

“Il problema – ammette il ministro – è che quell’accordo si fondava su un riparto delle risorse stanziate con un decreto del marzo 2015, poi integrato da un altro decreto dell’ottobre dello stesso anno”. Due testi che secondo il ministro avevano generato comportamenti scorretti da parte di alcune Regioni, con modifiche delle proprie liste e con incrementi dell’entità del fabbisogno senza rispettare le norme, a discapito delle Regioni più corrette. Abbiamo visto proposte di interventi senza la minima giustificazione e senza le informazioni basilari sui progetti”.

Il ministro, facendo quindi riferimento ad una tabella allegata, fa notare come “i governatori non siano stati affatto in grado di sfruttare al meglio le risorse”. “Questo non è accettabile. Il mio ministero ha quindi avanzato una proposta, peraltro flessibile, per ripartire i fondi utilizzando, almeno parzialmente, gli stessi criteri del decreto del 2015 già approvati all’unanimità anche dalle Regioni. Il Mit non vuole togliere niente a nessuno”.

E rivolgendosi ai Presidenti conclude: “Tuttavia, sarebbe opportuno che prima di chiedere altri soldi allo Stato i presidenti di Regione si impegnassero a completare gli interventi già finanziati. Ora mi aspetto che i governatori tornino a sedersi al tavolo per un accordo che sia davvero rispettoso di un sano utilizzo dei soldi dei cittadini. Nessun testo alternativo automatico disponibile”.

Ma dopo le proteste della Basilicata sono arrivate anche quelle del Piemonte: “Il ministro Toninelli si è reso responsabile di un atto senza precedenti: ha modificato la tabella con il riparto delle risorse sulla base di un nuovo decreto, che le regioni non hanno potuto discutere e che pare presenti anche alcuni dubbi di legittimità”. Così Augusto Ferrari, assessore al Welfare della Regione Piemonte, in merito al riparto delle risorse per il programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà dei Comuni e degli Istituti Autonomi per le case Popolari comunque denominati. A fronte di un fabbisogno previsto di 46 milioni di euro, in ambito edilizia sociale, l’intesa aveva previsto un riparto di 38 milioni. Le modifiche del ministro Toninelli fanno scendere le risorse per il Piemonte a 25 milioni.

“Vengono vanificati due mesi di intenso lavoro tra le regioni che, pur partendo da punti di vista diversi, avevano raggiunto un equilibrato compromesso – aggiunge -.E’ un atto di arroganza e di cinismo, in cui prevalgono sui doveri istituzionali ragioni di opportunità politica, tese a favorire alcune regioni politicamente affini. Si ritiene pertanto tale proposta lesiva del principio di leale collaborazione richiamato dalla Sentenza della Corte Costituzionale che da sempre caratterizza il rapporto Stato-Regione. La nuova proposta va di fatto a vanificare il ruolo delle Conferenze costituendo un precedente gravissimo nei rapporti tra le Istituzioni – insiste l’assessore della Regione Piemonte -. Inoltre la stessa attribuisce risorse in difformità dalle finalità per le quali le medesime risorse sono state richieste, omette passaggi procedurali rilevanti e atti assunti dallo stesso Ministero, favorisce fabbisogni futuri non ancora rilevati e approvati dal Ministero a danno di fabbisogni già rilevati e approvati che hanno costituito l’esatto presupposto per l’approvvigionamento dei fondi”.

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