Architetti e Ingegneri italiani in ginocchio! FNAILP studia con il Governo una soluzione!

Il presidente della Federazione Nazionale Architetti ed Ingegneri Liberi Professionisti FNAILP, Pasquale Giugliano, per risolvere gli annosi problemi che mettono in ginocchio la categoria delle professioni, da alcune settimane è in stretto contatto con membri del governo per ridisegnare le regole di questa professione.

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Professionisti che abbandonano la professione dopo una vita fatta di studi e sacrifici, altri non più in grado di assicurare la qualità delle loro prestazioni, altri ancora sfruttati negli uffici dei palazzinari costretti a svolgere il ruolo di controllori stipendiati dai loro controllati, ed ancora altri sotto ricatto della committenza e della più selvaggia liberalizzazione.

È questo il desolante quadro che si prospetta nell’ex bel paese.

Il presidente della Federazione Nazionale Architetti ed Ingegneri Liberi Professionisti FNAILP, Pasquale Giugliano, per risolvere gli annosi problemi che mettono in ginocchio la categoria delle professioni, da alcune settimane è in stretto contatto con membri del governo per ridisegnare le regole di questa professione.

Da Federazione Nazionale Architetti ed Ingegneri Liberi Professionisti FNAILP arriva una proposta di disegno di legge, presto in parlamento, che prevede:

  • l’abolizione del decreto Bersani e della legge Monti che insieme hanno cancellato i minimi tariffari; gettando nel caos più assoluto centinaia di migliaia di professionisti ;

  • l’obbligo per ogni professionista dell’allegazione alle pratiche della fattura quietanzata che attesti il pagamento della prestazione professionale, a pena irricevibilità e nullità legale della stessa prestazione,

  • l’attribuzione di sanzioni fiscali e deontologiche per il mancato rispetto del decreto che stabilisce la corretta parcella minima.

L’ingegneria e l’architettura italiana sono messe in ginocchio dalle velleità neo ordo liberiste dei governi, i problemi degli architetti e degli ingegneri, sono problemi che interessano tutta la collettività, si ripercuotono sulla sicurezza degli edifici e delle strutture dove vivono, lavorano e viaggiano milioni di persone.

L’equo compenso storpiato dagli articoli dello stesso dispositivo di legge con cui lo si introduce, non ha ottenuto gli effetti sperati. Questo infatti è applicabile esclusivamente alla committenza “forte”, ovvero obbliga enti pubblici, banche ed assicurazioni ad utilizzare il decreto parametri bis, mentre ha effetti trascurabili e solo di principio sulla committenza privata che come tutti sappiamo è quella che commissiona oltre il 90% dell’edilizia italiana.

Ciò comporta che la stragrande maggioranza del tessuto edilizio è progettato, diretto, manutenuto da professionisti costretti a subire il ricatto del mercato, e che troppo spesso sono sprovvisti di risorse economiche idonee ad assicurare prestazioni serie e credibili.

È tempo di passare ai fatti, esigiamo il ripristino delle tariffe minime di proporzionalità tra lavoro e retribuzione ed al contempo che sia garantita la certezza dei compensi, così come sono garantiti gli stipendi pubblici e, per effetto dei contratti collettivi nazionali, gli stipendi dei lavoratori privati.

In uno stato civile il lavoro, qualunque lavoro, deve essere retribuito secondo canoni di dignità ed equità e non attraverso i criteri del massimo ribasso e del massimo sfruttamento.

Ce l’ha promesso Luigi di Maio in occasione della dibattito alla manifestazione nazionale dei professionisti; ce l’ha promesso più volte ed in un post pubblico Giorgia Meloni e Fabio Rampelli e c’è l’ha promesso Cesare Damiano. In maniera assolutamente trasversale esponenti di punta dei maggiori partiti hanno manifestato la volontà di restituire ai professionisti il criterio di equità e di giustizia dei compensi.

Non è più tempo di tergiversare, le promesse vanno mantenute.

Il governo pensi anche ai professionisti, che da soli producono il 13% del Pil nazionale, e lo faccia con la stessa solerzia con cui ferma gli sbarchi o dibatte infinitamente su questioni più o meno marginali. Dopo la grande manifestazione nazionale dell’anno scorso, nella quale FNAILP in prima fila, ha coinvolto i circa 30.000 professionisti iscritti alla sua pagina Facebook, oggi, ove non si provveda ad attuare l’imprescindibile riforma della professione, siamo pronti a ridiscendere in migliaia nuovamente nelle piazze e nelle vie della capitale, e come un fiume in piena non ci saranno argini capaci di fermarci; per il bene dei cittadini prima ancora che per il bene di questa categoria.

Lo dichiara, Pasquale Giugliano, presidente nazionale della federazione nazionale Architetti ed Ingegneri Liberi Professionisti FNAILP.

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