Come funziona il regime forfettario architetti e quando conviene

Di cosa parliamo in questo articolo:
Chi può accedere al regime forfettario 2021 e come fare
Possono accedere al regime forfettario solo gli architetti che svolgono la libera professione. Sono, invece, esclusi, coloro che partecipano a società di persone o associazioni, hanno srl o associazioni professionali nello stesso settore.
Chi vuole accedere già dall’inizio dell’attività deve farne richiesta durante l’apertura della partita IVA, mettendo una “x” sulla casella “Regime fiscale agevolato” del modello AA9/12.
Questo regime risulta conveniente per chi ha spese inferiori al 22% dei ricavi. Nel calcolo per stabilire la convenienza di questo regime bisogna tenere conto anche di affitto, spese personali e per familiari a carico, ovvero di quelle spese che non possono essere detratte dal reddito.
A differenza del regime ordinario, il limite per accedere è di avere un totale di compensi per anno che non superi i 65.000 euro.
Regime forfettario: in cosa consiste
Ecco le caratteristiche principali del regime forfettario:
- per il calcolo delle tasse viene considerato il reddito imponibile calcolato sul 78% dei compensi percepiti al netto della detrazione forfetaria delle spese e dei contributi INARCASSA del 14,5%
- tassa da versare all’INPS: per i primi cinque anni di attività al 5% e poi al 15%
- non è necessario applicare l’IVA e non c’è l’obbligo di fattura elettronica, eccetto che per lavori svolti per la pubblica amministrazione
- non serve la ritenuta d’acconto sulle fatture.
La tassazione ridotta al 5% per i primi cinque anni è un’interessante opportunità per gli architetti che dopo il praticantato continuano a lavorare per lo stesso Studio.
Come previsto dall’Agenzia delle Entrate, questo risulta l’unico caso in cui è possibile continuare a svolgere la stessa attività. In particolare è possibile avere avuto:
- avuto un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (senza IVA)
- svolto prestazioni occasionali.
- avuto un contratto di lavoro a tempo determinato per un periodo di tempo non superiore a 18 mesi.
Non ci sono vincoli invece sulla possibilità di lavorare per lo stesso committente.
Regime forfettario e contributo Inarcassa
Gli architetti che aprono la partita IVA sono obbligati a fare l’iscrizione a Inarcassa – Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti.
Inoltre, è prevista la riduzione del contributo integrativo Inarcassa minimo da pagare di 1/3 per tutti gli iscritti con meno di 35 anni che lavorano come ingegneri e architetti, con partita Iva.
L’iscrizione, inoltre, comporterà per gli architetti l’obbligo di raggiungere ogni anno un numero specifico di CFP architetti, tranne per alcuni casi di esonero dai crediti formativi.
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