L’affidamento diretto nel Nuovo Codice Appalti: le novità

Corso Partecipare alle Gare D'appalto
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Il panorama degli appalti pubblici in Italia ha subito importanti modifiche con l’introduzione del d.lgs. 36/2023, noto come il nuovo codice dei contratti pubblici.

Nel Nuovo Codice Appalti 2023, tra le varie disposizioni, l’affidamento diretto emerge come uno degli aspetti più rilevanti, suscitando interesse e discussioni tra i professionisti del settore. Analizziamo insieme come funziona l’affidamento diretto, le soglie applicabili, le fasi delle procedure e la durata consentita, sempre alla luce delle più recenti normative e linee guida ANAC.

Cosa si intende per affidamento diretto negli appalti pubblici?

L’affidamento diretto è una procedura di acquisizione ben definita nel nuovo codice appalti, concepita per essere applicata in specifiche circostanze e per importi limitati. A differenza delle procedure aperte o negoziate, l’affidamento diretto permette alle amministrazioni pubbliche di conferire un incarico a un operatore economico senza passare per un bando di gara, basandosi sul principio di efficienza e celerità. Questo funzionamento è regolato dal principio di rotazione per garantire parità di trattamento e trasparenza, evitando fenomeni di favoritismo o esclusione ingiustificata.

Come funziona l’affidamento diretto?

Il processo di affidamento diretto si articola attraverso diverse fasi, dalla determinazione dell’esigenza fino all’assegnazione effettiva dell’appalto. Questa procedura è particolarmente indicata per lavori, servizi o forniture di importo inferiore alle soglie comunitarie, ove le amministrazioni ritengono di poter individuare l’offerta più vantaggiosa con un processo meno oneroso e più rapido rispetto alle tradizionali gare d’appalto.

Il Corso di formazione Nuovo Codice Appalti promosso da Unione Professionisti fornisce un’approfondita comprensione delle dinamiche e delle tecniche per l’applicazione efficace di questa modalità di affidamento.

Quali sono le soglie per l’affidamento diretto?

Il nuovo codice appalti 2023 stabilisce chiaramente i limiti economici entro cui è possibile ricorrere all’affidamento diretto, distinguendo tra sopra la soglia minima e sotto la soglia comunitaria generale. Per importi fino a 5000 euro, l’affidamento diretto è spesso la norma, data la relativa semplicità e immediatezza delle esigenze da soddisfare. Per lavori, servizi o forniture che si collocano sotto la soglia comunitaria ma sopra il limite minimo, il ricorso all’affidamento diretto è soggetto a specifici criteri di rotazione e trasparenza, delineati nelle linee guida ANAC.

Quali sono le fasi delle procedure di affidamento diretto?

La procedura di affidamento diretto segue un iter ben definito, che inizia con l’identificazione del bisogno da parte dell’amministrazione e si conclude con la firma del contratto con il fornitore selezionato. Tra queste fasi si annoverano la verifica della disponibilità finanziaria, la scelta del fornitore secondo il principio di rotazione e l’effettiva negoziazione delle condizioni contrattuali. La trasparenza e l’equità devono guidare ogni passaggio, garantendo che tutti gli operatori economici abbiano pari opportunità di essere selezionati.

Quanto può durare un affidamento diretto?

La durata dell’affidamento diretto è strettamente legata alla natura e alla complessità dell’appalto. Per lavori minori o forniture di routine, l’affidamento può concludersi in tempi brevi, mentre per servizi più complessi o di maggior valore, anche se sempre sotto la soglia comunitaria, i tempi possono allungarsi. Tuttavia, il legislatore impone limiti temporali per assicurare che anche questa procedura si svolga in maniera celere, evitando ritardi ingiustificati che potrebbero pregiudicare l’efficienza della pubblica amministrazione.

L’adozione del nuovo codice appalti rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione e l’efficienza delle procedure di appalto pubblico in Italia. L’affidamento diretto, con le sue specifiche caratteristiche e limiti, gioca un ruolo cruciale in questo processo, offrendo alle amministrazioni un strumento flessibile per soddisfare le proprie esigenze di approvvigionamento in modo rapido ed economico, sempre nel rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento e rotazione.

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