A Milano la prima casa stampata in 3D con tecnologia Italcementi

Presentata a Milano, in piazza Beccaria, alla presenza dell'assessore alle Attività Produttive del Comune di Milano, Cristina Tajani, la prima casa stampata in 3D.

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Presentata a Milano, in piazza Beccaria, alla presenza dell’assessore alle Attività Produttive del Comune di Milano, Cristina Tajani, la prima casa stampata in 3D. Italcementi insieme allo studio di architettura CLS di Massimiliano Locatelli, ad Arup e a Cybe partecipa a questa nuova sfida fornendo know-how, soluzioni e performance frutto delle attività di ricerca effettuate in questi ultimi anni in i.lab. La realizzazione di 3D Housing 05, questo il nome del progetto, sarà completata e inaugurata ad aprile in occasione della Design Week 2018.

Si tratta di una casa di circa 100 metri quadrati, con zona giorno, zona notte, cucina, bagno, che verrà realizzata nell’arco di due/tre settimane con una stampante 3D. La casa sarà sostenibile, potrà essere demolita oppure spostata come si desidera, ampliata e avendo la possibilità di costruirla in poco tempo, costerà meno di una abitazione tradizionale. Con questo metodo si potranno “costruire rapidamente case che potranno essere dedicate al social housing, o destinate a popolazioni colpite da calamità naturali – ha spiegato Massimo Borsa, responsabile del laboratorio innovazione di Italcementi -, stiamo lavorando anche su queste applicazioni”.

“Andrà a nascere un nuovo linguaggio dell’abitare – racconta l’architetto Massimiliano Locatelli di CLS che ha ideato e progettato la struttura – ci stiamo lavorando da due anni. Queste case costeranno molto meno e alleggeriranno le famiglie che oggi fanno fatica a pagare un mutuo”. Il Comune “ha voluto accompagnare questo progetto offrendo uno spazio al centro della città – ha concluso l’assessore Cristina Tajani – anche per sottolineare che Milano oggi è la città ideale nel panorama italiano dove sperimentare nuovi modelli di produzione”.

Dal 2015, Italcementi ha cominciato a studiare la tecnologia di stampa 3D nel settore cementizio presso i laboratori a Bergamo. I risultati non mancano: il materiale che è stato sviluppato, con la relativa tecnologia, possiede le caratteristiche necessarie per essere miscelato, trasportato con una pompa da cantiere ed estruso attraverso ugelli, anche di forma differente, posti sulla testa di una macchina di stampa; al tempo stesso, è in grado di autosostenere il primo e i successivi strati depositati che, durante il processo di stampa, vengono posizionati uno sopra l’altro (stampa additiva).

I laboratori di ricerca, che hanno sviluppato il know-how e le competenze professionali tecniche, sono attrezzati con una stampante di dimensioni importanti con la quale si sono condotti studi sulla tecnologia, il processo e i materiali per la stampa 3D con tecnologia di estrusione. Nel corso del progetto si sono alternate nel team di lavoro figure professionali di ingegneri, chimici dei materiali, architetti e tecnici/ricercatori di laboratorio, per un totale di circa 15 persone dall’inizio del progetto con oltre 15.000 ore di ricerca.

Durante questi anni di ricerca, il network di professionisti e università coinvolte includono, tra le altre, l’Harvard College Graduated School of Design, l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” (Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale) e l’Università degli Studi di Firenze (Consorzio per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase).

Un importante risultato dell’attività è stato lo sviluppo di una formulazione cementizia per la stampa 3D, protetta da domanda di brevetto depositata in Italia.

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