Nonostante la crisi aumentano i laureati in ingegneria, ma calano gli ingegneri civili

Centro Studi CNI: la laurea in ingegneria non conosce crisi, anche nel 2014 aumenta il numero dei laureati in ingegneria, ma calano gli ingegneri civili

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La laurea in ingegneria non conosce crisi. Anche nel 2014 aumenta il numero di studenti laureati in ingegneria in possesso di un titolo utile per accedere all’albo degli ingegneri e raggiunge quota 52.495 (+ 0,7% rispetto al 2013 ndr ), pari al 17,2% dell’universo dei laureati. La parte del leone tra le fabbriche dei laureati la fanno i due politecnici di Milano e di Torino, che restano infatti i principali centri di formazione ingegneristica italiani, a tal punto che circa un laureato su quattro proviene da uno dei due atenei.

Questi i risultati che emergono dall’analisi effettuata dal Centro Studi del CNI sui dati del MIUR relativi ai laureati in ingegneria dell’anno solare 2014.

Il rapporto mette in evidenza anche che i laureati di primo livello, dopo anni di progressiva crescita, subiscono nel 2014 una lieve flessione: 28.253 contro i 28.346 del 2013.

“I dati più significativi che emergono dalla nostra analisi” afferma ai nostri taccuini Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI “sono due: il primo è rappresentato dalla crescita del numero di laureati in ingegneria rispetto ad altre ex facoltà che registrano un calo di iscrizioni generalizzato. Ciò può essere interpretato come una sostanziale fiducia nella possibilità di crescita dei settori produttivi del Paese. Il secondo aspetto rilevante è il calo delle lauree in ingegneria civile ambientale di primo livello, il cui principale responsabile è facilmente individuabile nella crisi che investe da anni il settore delle costruzioni che ha provocato la chiusura di molte piccole e medie imprese. A mio avviso, però, influisce anche l’incertezza sulle competenze professionali di questa categoria di laureati che ne limita l’effettivo accesso al lavoro autonomo. Quest’ultimo rappresenta invece un possibile sbocco per gli omologhi laureati di secondo livello che infatti non sono calati”.

Analizzando la distribuzione dei laureati in ingegneria in base alla loro residenza territoriale, la popolazione a maggior vocazione ingegneristica risulta in assoluto quella della provincia di Parma con 16 laureati in ingegneria ogni 1.000 giovani in età 18-25 anni. Seguono Ascoli Piceno, Lecco, L’Aquila e l’intero Molise, mentre al contrario, la provincia di Bolzano e il nord della Sardegna sono le aree in cui la propensione agli studi ingegneristici è minore.

Per quanto riguarda invece la composizione dei laureati con competenze ingegneristiche, si rileva come già sottolineato un brusco calo della componente civile ed ambientale tra i laureati di primo livello (-7,2%). Tra quelli di secondo livello, invece, essa rappresenta ancora il grosso dei laureati: 10.794 laureati, quasi il 45% dell’universo dei laureati di secondo livello. In grande ascesa, sia tra i “triennali” che tra i “magistrali/specialistici”, la quota di laureati degli indirizzi attinenti al settore “industriale.

Qual è l’apporto delle lauree telematiche e della formazione online per quanto riguarda gli studi ingegneristici? Quanti sono i laureati in ingegneria che si sono formati “a distanza”?

I dati sulla formazione telematica esaminati dal Centro Studi CNI sembrano definitivamente sdoganare questo tipo di formazione. Nel 2014, infatti, risulta essere quasi raddoppiato il numero di laureati ingegneristici delle università telematiche, arrivando a sfiorare quota 600. L’università Marconi di Roma con quasi 350 laureati, si rivela l’ateneo leader tra i telematici, seguito dall’E-campus di Novedrate con 110 laureati e Uninettuno sempre a Roma con 84 laureati. Si registrano inoltre i primi laureati in ingegneria di primo livello dell’Università Pegaso di Napoli e Unicusano di Roma.

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