Il recupero della Costa Concordia e la salvaguardia ambientale del Giglio

Ingegneri italiani a convegno: “il progetto di rimozione e recupero della Costa Concordia dimostra come i tecnici italiani siano tra i migliori del mondo …”

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Recuperare una nave da crociera lunga tre campi da calcio (290 metri), alta un grattacielo di oltre quindici piani (52 metri) e pesante mille Tir (45mila tonnellate). Bastano pochi numeri per intuire la complessità del recupero della Costa Concordia, la nave della Costa naufragata davanti all’isola del Giglio il 13 gennaio 2012. Un’operazione di recupero come mai se n’erano viste fino ad oggi che ha celebrato l’eccellenza di un’azienda italiana, la Micoperi, cui è stata affidata l’impresa in tandem con la Titan. Un successo per l’ingegneria italiana che ha dimostrato, ancora una volta, di sapersi distinguere nel panorama internazionale.

Per comprendere meglio gli aspetti tecnici ed ingegneristici del recupero della Costa Concordia, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Grosseto hanno organizzato nei giorni scorsi un convegno.

Lo scopo nemmeno troppo nascosto era quello di illustrare, dal punto di vista degli ingegneri, quello che ormai è diventato un caso di scuola. Questa volta, infatti, sotto i riflettori finirà l’aspetto tecnico-ambientale della vicenda. “Le opere di ingegneria per il recupero della Costa Concordia e la salvaguardia ambientale dell’Isola del Giglio”.

“Abbiamo organizzato questo convegno sul recupero della Costa Concordia” ha spiegato Armando Zambrano, Presidente del CNI “perché crediamo che questo evento abbia dimostrato, ancora una volta, qual è il livello qualitativo dell’ingegneria italiana. Troppo spesso noi italiani, un po’ per esterofilia un po’ per autolesionismo, tendiamo a dimenticare le nostre qualità. Per questo motivo come Consiglio Nazionale Degli Ingegneri abbiamo deciso di intraprendere una serie di iniziative, di cui questo convegno è il primo atto, per raccontare le eccellenze dell’ingegneria italiana nel mondo. Questo percorso si completerà a fine aprile con la Conferenza di Roma dedicata proprio a questo argomento. E’ arrivato il momento in cui anche le forze politiche e il Parlamento prendano atto del fatto che, nonostante le mille difficoltà, i professionisti italiani sono ancora in grado di produrre eccellenza, di rappresentare un vanto per il Paese. Per questo motivo è necessario lo sforzo di tutti affinché vengano messi nelle migliori condizioni per poter operare, superando quelle problematiche che ne ostacolano quotidianamente l’attività”.

Il progetto di rimozione e recupero della Costa Concordia

Il progetto di rimozione e recupero della Costa Concordia, è stato presentato nei mesi successivi al disastro a Londra da un consorzio italoamericano.

Lo studio è nato in tempi strettissimi all’interno di un gruppo di lavoro costituito, oltre ai tecnici di Titan e Micoperi, dalla Tecon di Milano, società che da più di 30 anni si occupa di progettazione di strutture in mare, dalla Spline di Venezia, società di ingegneria navale, che, per questa sua specializzazione, si è da subito occupata della progettazione dei cassoni spinta, e dallo studio Ceccarelli di Ravenna, il quale, oltre a contribuire all’idea iniziale, ha poi coordinato le attività di ingegneria a valle dell’acquisizione del contratto.

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