Il Presidente del CNI Armando Zambrano ha aperto i lavori del convegno sull’Ilva di Taranto.

Ilva di Taranto: come ingegneri non suggeriamo soluzioni specifiche, ma lavoriamo affinché le scelte siano quelle migliori

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“Questo convegno sull’Ilva di Taranto nasce da lontano. Come ingegneri italiani ci pensavamo da tempo. Abbiamo studiato a fondo il tema che è risultato molto complesso e delicato. Noi ingegneri suggeriamo di affrontarlo con un metodo diverso. Da un lato deve esserci la politica cui spetta l’obbligo di fare delle scelte precise. Dall’altro noi tecnici che abbiamo il compito di analizzare le varie soluzioni per offrire alla politica un quadro di riferimento a partire dal quale dovrà decidere. Non siamo qui oggi per suggerire soluzioni specifiche. Ci impegniamo però a lavorare affinché le scelte siano fatte bene, che abbiano una sostenibilità tecnica”.

Con queste parole Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, ha aperto i lavori del convegno “Ripensare l’industria siderurgica in Italia”, in corso a Taranto nei giorni e dedicato in maniera specifica al caso Ilva di Taranto.

L’evento, organizzato dallo stesso CNI, col sostegno della Regione Puglia, la Consulta degli Ordini degli Ingegneri della Puglia e dell’Ordine degli Ingegneri di Taranto, ha visto anche l’intervento introduttivo di Angelo Masi, Consigliere del CNI che, ripercorrendo la storia dell’Ilva di Taranto dal giorno della sua inaugurazione ad oggi, si è espresso nei seguenti termini

“Questo impianto nei primi ha avuto una grande importanza per la città di Taranto, cresciuta sia in termini demografici che di reddito pro capite. Col passare degli anni, però, abbiamo assistito a scelte urbanistiche sbagliate, accompagnate dal totale disinteresse nei confronti dell’ambiente, delle emissioni e della salute dei cittadini. Non è stato fatto nulla e la gente ha cominciato ad avere paura, arrivando a scappare dalla città”.

Nel suo intervento di saluto Antonio Curri (Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Taranto) ha invece sottolineato come in Germania esista uno stabilimento, quello di Duisburg, non meno grande dell’Ilva di Taranto, sia per capacità produttiva che per dimensioni, nel quale però nel tempo sono stati fatti tutti gli interventi necessari per tenere il livello di emissioni entro i termini stabiliti dall’UE, mentre a Taranto non è stato fatto nulla.

“L’Ordine degli Ingegneri di Taranto” ha detto Curri “si fa promotore di un tavolo tecnico permanente per trovare una soluzione”. In conclusione è intervenuto anche Antonio Colaianni (Consulta degli Ordini degli Ingegneri della Puglia), secondo il quale una soluzione per l’Ilva di Taranto è realmente percorribile.

“Non possiamo distruggere” ha affermato Colaianni “una ricchezza del territorio. L’Ilva, se ben gestita, potrà continuare a produrre senza avere effetti nocivi. Il problema non è l’impianto in se ma il mancato rispetto delle norme di sicurezza”.

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