Allarme Confedilizia: immobili storico-artistici a rischio

Per Confedilizia la riforma delle categorie catastali segnerà una crisi nel comparto degli immobili storico-artistici

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Venerdì 23 gennaio  si è tenuto a Roma un importante incontro fra l’Agenzia delle entrate  e il Coordinamento nazionale inter-associativo Catasto, costituito da Abi, Ance, Ania, Casartigiani, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confedilizia, Confesercenti, Confindustria e Fiaip.

Nel corso del summit, dove si è discusso a fondo sulle linee guida dell’attuazione della riforma del catasto e delle nuove categorie catastali previste dalla riforma, Confedilizia ha segnalata alcune criticità.

Nel corso dell’incontro, l’Agenzia del territorio ha confermato , si apprende da una nota stampa di Confedilizia , che gli anni che saranno presi a riferimento ai fini della determinazione di valori e rendite degli immobili saranno il 2012, il 2013 e il 2014 e che le aste giudiziarie saranno considerate ai fini della determinazione del valore degli immobili, così come del resto fa già l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia.

Dalla riforma delle categorie catastali arrivano noie per gli immobili storici

Particolarmente acceso il confronto avvenuto  tra Agenzia e Coordinamento in merito alla norma in tema di invarianza di gettito, che la prima considera da valutarsi negli effetti su scala nazionale e non su scala comunale, rendendola quindi controllabile, come la Confedilizia interpreta invece il disposto della legge delega.

A giochi fermi, il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato alla stampa che :

“L’incontro è stato abbastanza deludente e particolarmente preoccupante specialmente in relazione al trattamento degli immobili storico-artistici. Comunque, speriamo in miglioramenti anche con il concorso dell’Ufficio legislativo del Ministero delle finanze, che ha attualmente all’esame il provvedimento, per il quale contiamo su una approfondita valutazione anche da parte del Consiglio dei ministri, che lo esaminerà nella seconda metà di febbraio e, comunque, delle Commissioni Finanze di Senato e Camera. Nel fissare valori e rendite non si può infatti prescindere dall’attuale smodata pressione fiscale”.

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