Gutenberg il padre dell’Industrial Design: viaggio nel mondo del disegno del prodotto industriale

Perché Gutenberg? Perché scomodarsi e andare così indietro nel tempo? La storia del processo di industrial design nasce con l’avvento della prima Rivoluzione Industriale, ma è con Gutenberg e con l’avvento della stampa a caratteri mobili che le regole del gioco sono state cambiate radicalmente

Corso Product Design
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Prima di parlare di Gutenberg e di quanto il suo genio pragmatico abbia innovato il processo di disegno del prodotto industriale è probabilmente il caso di soffermarci su cosa sia l’industrial design. Credo che attualmente ci sia un po’ di confusione su questo tema. E’ bene capire che il verbo inglese “to design”, se tradotto significa semplicemente “progettare”. Per cui per il mondo anglofono il designer è solo colui che progetta. Se andiamo a guardare l’etimologia di “progettare” significa “gettare avanti”, in pratica si tratta delle cose che vogliamo fare nel futuro o che ancora non ci sono e di cui abbiamo, appunto, un progetto.

Il processo di disegno del prodotto industriale si occupa dello sviluppo del progetto in tutte le sue fasi, dalle varie ed eventuali analisi di mercato, fino all’ingegnerizzazione del prodotto passando attraverso bozzetti (o spesso chiamati con trasporto “sketches”), modelli tridimensionali, rendering, studi ergonomici e anatomici. Il designer deve avere un profilo “social”, anzi meglio sociale, nel senso che deve essere abituato a lavorare in gruppo, deve essere in grado di sedersi a tavoli con diverse persone, diverse professionalità e deve capire bene i diversi linguaggi, da quelli prettamente tecnici a quelli più “elevati” legati alla comunicazione e al marketing.

Perché Gutenberg? Perché scomodarsi e andare così indietro nel tempo? In effetti la storia dell’industrial design e del disegno del prodotto industriale è ovvio e filologicamente corretto che inizi con l’avvento della prima Rivoluzione Industriale, ma è altresì vero che Gutenberg e l’avvento della stampa a caratteri mobili hanno portato qualche cosa che ha cambiato in maniera radicale le regole del gioco.

Pre-Gutenberg abbiamo solamente i manoscritti. Non che i manoscritti o i cosiddetti codici o codici miniati (il termine miniato deriva da “minio” che è un minerale da cui si estraeva il colore rosso caratteristico di tali libri) non siano più esistiti dopo 1500, ma la stampa a caratteri mobili ha posto una linea netta con il passato. Senza stampa per tramandare un testo ci si doveva affidare a figure come i monaci amanuensi, che a mio avviso facevano un lavoro piuttosto ingrato e noioso, ovvero quello di copiare in maniera pedissequa (chi più e chi meno) i libri.

Il XV secolo è stato un periodo magico per l’Europa e soprattutto per l’Italia; vi fu una opulenza e fioritura di geni dell’arte e delle arti applicate, basti pensare a Piero della Francesca, Sandro Botticelli, Lorenzo de Medici, Raffaello, Leonardo, Cristoforo Colombo, Martin Lutero e, appunto, Johannes Gutenberg.

Gutenberg nasce a Magonza (o Meinz) nel 1390, in Germania vicino a Francoforte. La sua professione era quella dell’orafo per cui sapeva molto bene come lavorare i metalli. Nel 1450 fonda insieme a Johann Fust una “Societas”. Fust gli prestò dei soldi al fine di potere realizzare la sua idea e cioè di creare il primo libro stampato. Per fare questo Gutenberg prese a lavorare con sé molte persone, tra queste anche un abile incisore di nome Peter Shoffer. Per stampare solamente 180 copie della famosa Bibbia furono necessari più di tre anni di duri lavori e vennero creati oltre 290 caratteri tipografici (in gotico tedesco).

Gutenberg pressa per la stampa disegno del prodotto industriale

E’ ovvio che un processo di questo tipo, un processo che con il tempo portò all’elaborazione di un disegno del prodotto industriale moderno, risultò troppo lento e costoso, questo portò, alla rottura con il socio Johann Fust. Fust volle, ed ottenne, indietro tutti i soldi che aveva prestato negli anni a Gutenberg. Scaltramente lo stesso Fust offrì Shoffer di entrare in società con lui per creare un libro più semplice, “Il Libro dei Salmi”, questo fu un successo commerciale, poiché molto più semplice e veloce da stampare. Purtroppo Gutenberg non si riprese mai dal collasso economico e morì in povertà (alcuni dicono nel 1403 altri nel 1468).

Diamo ora giustizia a Gutenberg chiarendo cosa fece di grandioso in quegli anni, anche per quanto riguarda il moderno processo di Industrial design. Gutenberg inventò:

  • i caratteri di stampa mobili, in materiale metallico, realizzati con tecniche da orafo;

  • sviluppò un inchiostro di stampa a base di olio e senza acqua (il che era molto utile per garantire la durevolezza nel tempo delle pagine stampate);

  • La pressa di stampa. Grazie a questi elementi possiamo dire che Gutenberg fu il primo a creare un vero e proprio processo di disegno del prodotto industriale. Gutenberg riuscì in quegli anni a gettare le basi della moderna stampa tipografica e in più concepì la logica di “riproducibilità su larga scala senza perdita di qualità” di un oggetto o libro che fosse. La riproducibilità è il concetto alla base di un corretto processo di Industrial Design.

Disegno Industriale oggi. Cosa studiano e quali sono le competenze professionali dei professionisti del disegno industriale!

In base ai dati sulla Condizione occupazionale appare chiaro che a un anno dalla conquista della laurea triennale in disegno industriale, il 72% dei laureati sceglie di entrare direttamente nel mercato del lavoro, senza essersi mai iscritto alla magistrale. In questo caso, l’occupazione a dodici mesi dal titolo è pari al 58%, considentando anche coloro che sono in fromazione retribuita, mentre la stabilità interessa il 30,5% dei laureati in Disegno industriale, il 14% con contratti a tempo indetermianto. Giovani che si inseriscono prevalentemente nel campo del commercio(26%) o dell’industria manifattiriera (16%) con un guadagno mensile medio di 876 euro mensili netti. Tra chi prosegue con gli studi, 26%, il percorso magistrale più gettonato è Design, scelto dal 90% dei laureati.

Condizione professionale Post Laurea dei laureati in disegno industriale

Ad un anno dal titolo è importante conoscere in particolare qual è il primo impatto nel mercato del lavoro. Se ci si laurea in Design a dodici mesi il tasso di occupazione è del 69% e il guadagno mensile netto è di 1.016 euro mensili netti.

Tasso occupazionale (oggi) dei laureati in disegno industriale

Ma la prova del fuoco è a cinque anni: l’occupazione arriva all’88%. La stabilità lavorativa interessa il 69% degli occupati: in particolare, il 40% ha un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato; gli altri hanno invece scelto la strada del lavoro autonomo.

Quanto guadagna un laureato in disegno industriale secondo i dati di Almalaurea?

Un professionista in disegno industriale guadagna circa 1.300 euro netti al mese, con una notevole corrispondenza tra studi compiuti e lavoro trovato. La maggior parte dei laureati si inserisce nel settore delle consulenze professionali (22%); segue l’ambito dell’industria manifatturiera che vede impegnati il 17% dei laureati, e, a seguire, pubblicità, comunicazioni e telecomunicazioni (14,5%) e, a pari merito, nei campi del commercio e dell’edilizia (12% per entrambi).

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Giovanni Pierantoni si laurea in Architettura presso l’Università di Ferrara, con una tesi sulla “Formula Student – Progettazione di una monoposto a ruote scoperte”. Esercita la libera professione da ormai più di 13 anni a Firenze, dove ha avuto modo di collaborare con diversi studi professionali. Esperto in modellazione tridimensionale e grafica, è anche Professore di “Product Design” presso la “Lorenzo de Medici Insititute”.

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