Edifici storici e immobili vincolati: alle richieste degli ingegneri rispondono “duramente” gli architetti

Gli ingegneri stanno tentando di aggirare quanto sancito dal Consiglio di Stato sulla possibilità di svolgere l’attività di direzione dei lavori sugli immobili vincolati

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Con la circolare n. 818 del 28 ottobre scorso, il Consiglio nazionale degli ingegneri aveva fatto il punto sulla dibattuta questione delle competenze professionali in materia di interventi su beni di rilevante carattere storico e artistico (immobili vincolati). La circolare, esprimeva il concetto che, tutte le volte che gli interventi non dovessero riguardare i profili estetici e di rilievo culturale dell’edificio sarebbe stato possibile ravvisare una competenza professionale specifica per gli ingegneri italiani.

Un apertura agli ingegneri che come avevamo sospettato avrebbe potuto far innalzare delle barricate da parte delle altre categorie professionale interessate alla materia dei lavori sugli immobili vincolati, primi tra tutti gli architetti.

Ed infatti, a poco meno di mese da queste dichiarazioni del CNI, è arrivata la dura risposta del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

“Gli ingegneri cercano di aggirare le sentenze che non consentono loro di essere direttori dei lavori”

L’accusa degli architetti è precisa e circostanziata: gli ingegneri stanno tentando di aggirare quanto sancito dal Consiglio di Stato nella sentenza 21/2014, con la quale è stato rigettato il ricorso presentato da alcuni Ordini locali per consentire anche a quella figura professionale la possibilità di svolgere l’attività di direzione dei lavori sugli immobili vincolati di rilevante carattere storico e artistico. Una richiesta che viene argomentata sostenendo che l’attività di direzione dei lavori possa essere ricondotta a mero rilievo tecnico e quindi, in quanto tale, esercitabile dagli ingegneri.”

La dura presa di posizione del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori è contenuta in una lettera inviata al capo di Gabinetto del Mibact nella quale viene sottolineato come “non corrisponda assolutamente al vero il fatto che gli ingegneri possono avere un ruolo nella ‘parte tecnica’ degli immobili vincolati” e stigmatizzato “l’ennesimo tentativo di voler aggirare la tematica delle competenze professionali in edilizia e progettazione”.

Nella lettera di pochi giorni fa, nella quale il Consiglio Nazionale degli Architetti manifesta biasimo e riprovazione per il tentativo messo in atto dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, viene anche sottolineata la necessità che il Ministero si faccia promotore di un confronto al fine di una verifica congiunta (ingegneri ed architetti) sulla tematica delle competenze professionali poiché la sentenza 21/2014 è stata estremamente chiara sulla “parte tecnica” degli immobili vincolati.

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