La riforma del catasto non s’ha da fare: marcia indietro del Governo sulla riforma catastale

Dietrofront del Governo: niente riforma del catasto. L'annuncio del viceministro all'Economia: “una riforma del sistema catastale avrebbe un costo politico troppo elevato.

Corso Docfa
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La riforma del catasto non s’ha da fare, costa troppo, toccherà ad un altro Governo riscrivere le regole. L’annuncio arriva direttamente dal viceministro all’Economia Enrico Morando. “ Una riforma del catasto avrebbe un costo politico troppo elevato. Toccherà a un nuovo Governo riscrivere la riforma e farla approvare nei primi mesi in Parlamento”.

La riforma del catasto quindi non si farà. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il viceministro all’Economia Enrico Morando, nel corso di una tavola rotonda sul tema, organizzata dall’Acen e dall’Associazione Nazionale Tributaristi Italiani sezione Campania.

“Una riforma del sistema catastale” ha affermato Morando “avrebbe un costo politico troppo elevato. Neppure il governo Renzi è riuscito a non far scadere la legge delega. Mi sento di escludere che possa farcela. Toccherà ad un governo di nuovo insediamento riscrivere la riforma e farla approvare nei primi mesi in Parlamento”.

Lo stop alla riforma del catasto era arrivato nel giugno 2015 con lo slittamento del secondo decreto attuativo, motivato dalla necessità di un intervento organico di revisione della tassazione immobiliare e dal rischio di provocare con la riforma del catasto un eccessivo carico fiscale per numerosi proprietari con rendite basse.

Il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2016 aveva fissato al 2018 il termine per la revisione dei valori catastali. Il testo infatti recitava letteralmente come la materia sarebbe dovuta essere“ oggetto di interventi più generali e organici, che si rendono necessari, al termine delle complesse operazioni di allineamento delle basi dati, per valutare in modo accurato gli effetti di gettito e distributivi sui contribuenti”.

La revisione delle commissioni censuarie e la riforma del catasto. Cosa è stato completato e cosa invece è rimasto solo sulla carta?

“Nell’immediato, con la Legge di Stabilità 2016si può leggere nel Def 2016 “il Governo ha inteso privilegiare interventi in aree particolarmente critiche attinenti al processo di determinazione della rendita catastale degli immobili a destinazione produttiva e industriale. La misura, oltre a costituire un passo in avanti nel processo di revisione degli estimi delle categorie di fabbricati soggette a ‘stima diretta’, definisce un criterio univoco di individuazione delle tipologie di macchinari e impianti che non devono essere considerate ai fini del calcolo della rendita e consente la risoluzione di significative criticità tecnico-estimative nel processo di determinazione della rendita catastale dei fabbricati produttivi”.

“Proseguono comunque” conclude il DEF “le attività correnti e straordinarie legate all’accatastamento delle unità immobiliari negli archivi catastali e alla determinazione e accertamento della relativa rendita. Per gli immobili a destinazione residenziale, rimane infatti in vigore la possibilità di interventi mirati di revisione annuale del classamento delle unità immobiliari urbane, ossia la ‘revisione del classamento delle unità immobiliari private site in microzone comunali’ e l’aggiornamento del classamento catastale per intervenute variazioni edilizie’.

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