La legge di stabilità 2016 introdurrà diverse e profonde riforme

Regime dei Minimi, maternità e malattia, aliquote contributive, tutto nella prossima legge di stabilità 2016

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Le novità per le partite IVA attese con la Legge di Stabilità 2016, dalla riforma del Regime dei Minimi in regime forfettario, alla revisione delle aliquote contributive, all’indennità di maternità e malattia, sono diverse e variegate, e in diverse forme preoccupano già da alcuni mesi tutti coloro che si accingono o si sono appena affacciati nel mondo delle partite iva.

Arriveranno entro la fine del 2015 importanti novità per le partite IVA italiane, con la riforma del Regime dei Minimi che con tutta probabilità verrà inserita nella Legge di Stabilità 2016.

Ad anticiparlo è stato lo stesso consulente della presidenza del Consiglio dei Ministri per il Lavoro, Maurizio Del Conte.

“ Si tratta di una misura che va a completare la Riforma del Lavoro Renzi che ha dato il via in primis al Jobs Act” ha affermato il tecnico di Palazo Chigi “l’idea è di far entrare nel vivo il Regime forfettario 2015, ma con qualche modifica volta a risolvere le problematiche che hanno portato alla proroga per tutto l’anno in corso del Regime dei Minimi. Dopo la legge di stabilità 2016 quest’ultimo è destinato a sparire, per lasciare il posto al Regime forfettario”

Quali saranno le novità più importanti che saranno introdotte con la legge di stabilità 2016?

Per le partite iva le novità maggiori riguarderanno sicuramente la materia che regola i diritti in caso di malattia e di maternità e la revisione delle aliquote per la contribuzione nella Gestione Separata che attualmente sono ritenute troppo esose e penalizzanti per i professionisti senza Cassa rispetto agli altri lavoratori autonomi. Quello che si vorrebbe ottenere è un contributo previdenziale più equo per tutte le categorie professionali coinvolte.

“A questo proposito” ha dichiarato l’esponente del Governo Cesare Damiano “vogliamo far presente che come Governo abbiamo portato avanti una proposta di legge relativa allo Statuto delle attività professionali e ci auguriamo che il Governo voglia tenerne conto” che continua,  affermando come con l’introduzione del “Jobs Act, appaia più netta la distinzione tra lavoro autonomo e dipendente e si sia consolidata la tendenza al superamento dei lavori cosiddetti parasubordinati, diventando più urgente un intervento che estenda specifiche tutele anche a questi lavoratori”.

“A questo punto” a concluso la sua dichiarazione Damiano “dobbiamo dare una sistemazione definitiva al problema. Le nostre richieste al riguardo sono precise”:

  • non solo bloccare il previsto aumento dal 27 al 33% dell’aliquota contributiva, ma ridurla gradualmente al 24%, al livello di quella degli altri lavoratori autonomi;

  • proponiamo, inoltre, un Regime dei Minimi che favorisca la fase di start-up con un’aliquota del 5% per i primi 5 anni e del 15% per quelli successivi, con un tetto massimo di 30mila euro di ricavi annui;

  • infine richiediamo il miglioramento delle indennità di malattia e di maternità e la ristrutturazione degli ammortizzatori sociali come integrazione al reddito nei periodi di totale mancanza o scarsità di lavoro.

Richieste che secondo l’esponente governativo dovrebbero portare l’Italia a migliorare la sua posizione nel mercato del lavoro, ma che secondo le opposizioni invece, rischiano di diventare un pericolo per i lavoratori.

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