Con il via libera definitivo del Senato il Jobs Act del governo di Matteo Renzi è diventato legge. Già dall’inizio di gennaio 2015 dovrebbe entrare in vigore il primo decreto delegato, che riguarda i contratti unici a tutele crescenti e a tempo indeterminato, oltre che la semplificazione delle norme sui licenziamenti e sugli indennizzi.
Il resto dei provvedimenti, come per esempio le norme sulla cassa integrazione, entreranno in vigore presumibilmente tra qualche mese.
Proprio i punti relativi alla cassa integrazione sono stati quelli su cui si è concentrato lo scontro politico.Cosi come per le associazioni dei professionisti, esclusi dalla cassa integrazione in deroga, anche le associazioni dei lavoratori e i sindacati, hanno tacciato questo punto come una progressiva libertà di licenziare e non come afferma il Governo, un azione volta ad aumentare la produttività.
Gli elementi chiave del Jobs Act:
– Il Jobs Act prevede il riordino delle tipologie di contratto già esistenti, con l’introduzione di un contratto unico a tempo indeterminato per le nuove assunzioni, il quale prevede tutele crescenti in base all’anzianità di servizio. Parallelamente si riducono le altre forme contrattuali come i contratti di collaborazione a progetto (i cocopro rimarranno in vigore solo “fino a esaurimento”
– Eliminazione della cassa integrazione per i dipendenti nel caso in cui l’attività aziendale venga cessata definitivamente e non esistano concrete possibilità di proseguimento.
– Superamento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per i licenziamenti illegittimi. Come più volte accennato, il Jobs Act Renziano prevede l’esclusione delle norme per il reintegro del lavoratore e prevedono invece un risarcimento economico che aumenta con l’anzianità di servizio, e inoltre prevedono termini certi per impugnare il licenziamento.
– Possibilità per un’impresa di riorganizzare e ristrutturare le mansioni, senza l’obbligo di adibire i propri lavoratori ai compiti per i quali sono stati assunti, ma con l’obiettivo di tutelare il posto di lavoro e la professionalità.
– Nuove regole per i controlli a distanza delle attività produttive: nei luoghi di lavoro si potranno utilizzare dispositivi come telecamere per eseguire controlli, ma solo sui macchinari. Fino a oggi questi controlli erano vietati dallo statuto dei lavoratori.
– L’Assicurazione sociale per l’impiego dovrà universalizzare il sussidio di disoccupazione, estendendolo ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa. La nuova tutela sarà estesa a circa 300mila lavoratori, che comprendono soprattutto quelli con carriere molto discontinue.
– Il Jobs Act uscito dal Senato prevede ufficialmente la creazione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione, sotto il controllo del ministero del lavoro e che, come soggetto unico, si occuperà di gestire i servizi per l’impiego e l’attività dell’Aspi.
– L’indennità di maternità è estesa anche a lavoratrici parasubordinate e alle donne lavoratrici autonome che hanno figli disabili non autosufficienti. È previsto anche un monitoraggio più rigido sulla conciliazione dei tempi di lavoro e di vita.
– Riforma degli ammortizzatori sociali: 2,9 miliardi di euro destinati nel 2015, di cui 2,2 miliardi dalla legge di stabilità e 700 milioni dal fondo per l’occupazione
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