Jobs Act Autonomi 2017: cinque punti della riforma da approvare entro fine legislatura

Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, in audizione alla Commissione lavoro della Camera: “Approvare il jobs act Autonomi 2017 subito per rilanciare il settore libero professionale”

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“Massimo sforzo per approvare entro il termine della legislatura il Jobs Act Autonomi 2017, che per la prima volta si rivolge al mondo del lavoro autonomo”. È l’auspicio rivolto dal presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella al presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, durante l’audizione della Confederazione italiana libere professioni sul ddl lavoro autonomo che si è svolta oggi a Montecitorio. “Le forze politiche devono essere consapevoli” ha aggiunto Stella “che una platea di oltre 4 milioni di liberi professionisti e lavoratori autonomi guarda a questa legge con grandi aspettative”.

Se il giudizio dei liberi professionisti sul jobs act autonomi 2017, dopo gli interventi migliorativi introdotti al Senato, è sostanzialmente positivo poiché ha accolto le istanze da tempo rappresentate da Confprofessioni e delle associazioni dei lavoratori autonomi (basti pensare alle tutele introdotte a favore del popolo delle partite Iva o della deducibilità integrale dei costi di formazione e aggiornamento per i liberi professionisti), permangono ancora alcune lacune che rischiano di frenare ulteriormente il rilancio del lavoro professionale

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L’audizione di Confprofessioni ieri in Commissione Lavoro della Camera punta a rafforzare ulteriormente il provvedimento, segnalando alcuni interventi tesi a una miglior regolazione del lavoro autonomo. Sussidiarietà e snellimento burocratico, agevolazioni fiscali per l’assistenza sanitaria integrativa dei lavoratori autonomi, norme sulla salute e sicurezza tagliate su misura degli studi professionali, ampliamento dei contratti di rete e lavoro agile sono i punti su cui si deve ancora lavorare.

La strada maestra indicata da Confprofessioni rimane però la semplificazione amministrativa attraverso la valorizzazione dei professionisti. E davanti alla Commissione Lavoro di Montecitorio, Confprofessioni ha ribadito la ferma convinzione che “i liberi professionisti rappresentano la risorsa più preziosa per agevolare lo snellimento delle procedure amministrative”. Si pensi ad esempio all’avvio di un’attività di azienda o alle certificazioni e agli adempimenti gravanti sulle imprese. Tuttavia, ha ammonito Stella “ il trasferimento ai liberi professionisti di attività attualmente svolte dalla pubblica amministrazione non deve tradursi in un aggravio di adempimenti, oneri e responsabilità a carico dei professionisti, senza un’adeguata contropartita economica”.

Sul fronte fiscale invece, Confprofessioni ha ribadito l’opportunità di “utilizzare la leva dell’agevolazione fiscale per contribuire allo sviluppo di forme di assistenza sanitaria integrativa mutualistica sviluppate soprattutto all’interno della bilateralità contrattuale”. È la logica del welfare contrattuale inclusivo promosso da Confprofessioni insieme con le parti sociali del settore degli studi professionali che punta estendere ai lavoratori autonomi forme assistenziali attraverso l’adesione alla bilateralità del settore professionale.

Nell’ambito della riforma dei servizi per l’impiego rivestiranno invece un ruolo importante, l’introduzione di sportelli dedicati al lavoro autonomo nei centri per l’impiego. “La contrattazione collettiva, gli enti bilaterali e i fondi interprofessionali non possono che rappresentare i punti di partenza per qualsiasi strategia finalizzata all’adozione di efficaci politiche occupazionali”, è la tesi di Confprofessioni.

 

 

Altro punto centrale del Jobs Act Autonomi 2017 riguarda la revisione delle norme in materia di salute e sicurezza negli studi professionali. “Occorre riformulare la normativa vigente nella direzione di una maggiore attenzione alle diverse peculiarità delle organizzazioni di lavoro, non appiattendo le regole al modello della grande impresa” ha sottolineato Stella durante l’audizione. “La delega proposta dovrà essere attuata urgentemente in maniera compiuta ed attenta, coinvolgendo le categorie professionali, in modo da superare il rigido apparato di regole formali e il pesante sistema sanzionatorio”.

 

Dopo un lungo pressing di Confprofessioni sul Senato, il Jobs Act autonomi ha riconosciuto l’equiparazione tra liberi professionisti e imprenditori, ai fini dell’accesso ai bandi europei e la possibilità per i liberi professionisti di aderire a contratti di rete. Su questo fronte un ulteriore miglioramento, segnalato da Stella, punta ad allargare il contratto di rete non solo ai bandi e gare d’appalto, ma anche ad altre attività economiche diverse. In questo ambito, è auspicabile inserire nel provvedimento la revisione delle norme sulle Società tra professionisti, introducendo meccanismi che impediscano ai soci di capitale di influire indebitamente sui principi del lavoro professionale e chiarendo il regime fiscale e contributivo degli utili.

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