Si rinnova la battaglia di architetti e ingegneri esclusi dagli affidamenti in House

Architetti e ingegneri esclusi dagli affidamenti in House: con gli affidamenti in House la P.A. non garantisce qualificazione professionale e risparmi di spesa

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Architetti e ingegneri esclusi dagli affidamenti in House: dopo alcuni mesi di apparente calma, si rinnova lo scontro tra liberi professionisti (in questo caso rappresentati dall’OICE ndr) e pubbliche amministrazioni, colpevoli, a sentire le organizzazioni professionali delle categorie tecniche, di non garantire la qualità delle progettazioni sminuendo l’importanza della qualificazione professionale e arrecando un danno economico alle P.A.

E’ questo il  grido di allarme che lancia l’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, prendendo spunto dal recentissimo avviso emesso dal Comune di Messina che, per l’affidamento di progetti esecutivi in materia di difesa del suolo, ha bandito una manifestazione di interesse alle sole Pubbliche Amministrazioni, escludendo i progettisti privati, professionisti, studi e società di ingegneria.

” In un momento così delicato per il settore e in un ambito così sensibile come è quello della difesa del suolo, in cui i profili di sicurezza per la collettività sono da tenere in altissima considerazione” ha affermato il presidente dell’OICE Patrizia Lotti “immaginare una realtà dove architetti e ingegneri risultano esclusi dagli affidamenti in house risulta per lo meno assurdo”

“Escludere l’offerta privata, è del tutto insensato. E’ chiaro che non è un problema di legittimità ma di opportunità, anche perché nell’avviso non si prevede alcun requisito per chi svolgerà la prestazione e questo rappresenta un pesantissimo vulnus sotto il profilo della professionalità e dell’adeguatezza tecnica di chi redigerà i progetti”.

Architetti e ingegneri esclusi dagli affidamenti in house: quali sono le conseguenze?

“Non si  comprende”  afferma Patrizia Lotti “per quale ragione ai progettisti che operano sul mercato si chiedono requisiti di capacità tecnica,  organizzativa ed economica,  mentre nell’ambito degli  affidamenti fra Amministrazioni pubbliche si debba solamente presumere che un determinato tecnico sia all’altezza di svolgere prestazioni anche molto delicate. Lo potrà anche essere, ma deve dimostrarlo. E’ da anni che chiediamo inascoltati che vi sia una qualificazione anche dei tecnici delle Amministrazioni Pubbliche a tutela della collettività e per garantire parità di condizioni tecnico-professionali con il settore privato.”

Una problema di qualità nella progettazione, che si nota facilmente anche ad un semplice sguardo. Le città italiane, in particolare le periferie, sono ricche di veri e propri mostri architettonici, che più che arricchire, offendono il volto della città italiane.

C’è poi il problema dei costi: “nell’avviso del comune di Messina” continua il presidente dell’OICE “che certamente verrà giustificato facendo riferimento alle solite ragioni di urgenza e indifferibilità a causa del rischio di perdita dei finanziamenti, non si dice nulla di nulla per quel che riguarda l’importo delle prestazioni oggetto delle convenzioni e si presume implicitamente che con l’incentivo del 2% che spetta ai progettisti in temi de !le Amministrazioni si otterranno economie rispetto all’affidamento a terzi, peraltro improbabili visti i ribassi medi delle gare di progettazione, oggi oltre il 40%”.

Quali sono le azioni che l’OICE intende realizzare affinché architetti e ingegneri non siano più esclusi dagli affidamenti in house ?

“Spero” conclude Patrizia Lotti, presidente OICE “che di questi casi si tenga conto nella messa a punto finale della delega per il nuovo codice dei contratti pubblici, anche perché non ritengo in alcun modo giusto che un settore che ha pagato fortissimamente la crisi e che in questi anni ha fatto importanti investimenti in innovazione e formazione tecnico-professionale debba vedere sparire dal mercato  importanti occasioni di lavoro,  oggetto di convenzioni che non offrono alcuna garanzia sul livello tecnico di quanto verrà prodotto e che sono fuori controllo sotto il profilo della spesa. Chiediamo che le Autorità di controllo e vigilanza, dall’Autorità nazionale anticorruzione alla Corte dei conti, possano intervenire adeguatamente. Non mi sembra che sia proprio questo il modo di fare spending review”.

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Giornalista, Fotoreporter, Copywriter, Blogger, Web Writer, Addetto Stampa per giornali, riviste, enti pubblici e blog aziendali. Provo a descrivere il loro mondo e le loro storie, le loro passioni e le loro idee. "Tutto quello che ho per difendermi è l’alfabeto; è quanto mi hanno dato al posto di un fucile" P.R.

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